Un periodo ricco di emozioni e produzioni per Lorenzo Gennaro in arte Lolloflow. Proprio in questi giorni con l’inizio della seconda serie di Mare Fuori sentiremo, oltre alla super affermata sigla O’ Mar’ For’ di cui troviamo testo e traduzione nell’articolo dedicato, brano che ha raccolto in meno di 1 anno ben 6 milioni di ascolti, anche altri due brani musicati da Lolloflow e cantati da Matteo Paolillo, attore della serie Mare Fuori.
Ma Lorenzo Gennaro oltre ad essere un producer è anche un cantante, motivo per cui alcune delle sue composizione musicali sono anche cantate da lui stesso. E’ il caso della sua nuova uscita 2% “Due per Cento”, un brano che parla d’amore ma anche della crescita e del dolore che si possono avere da un amore deluso o finito.
Abbiamo intervistato per voi Lorenzo Gennaro, in arte Lolloflow per saperne di più circa la sua vita professionale, e non solo.
2% “Due per cento”: Lorenzo, ci racconti come nasce la canzone?
Prima della nascita di questo brano non ero molto solito raccontare della mia vita sentimentale, ma nel periodo in cui l’ho scritta, mi trovavo in una dinamica che non vivevo da un po’: mi stavo innamorando di una persona. e questa cosa mi rendeva felice ma al contempo agitato. Di conseguenza, ho voluto fare un’ analisi dettagliata delle mie scorse relazioni e degli errori compiuti e molto spontaneamente, ho riportato tutto su di una base che avevo prodotto diverso tempo addietro. Il risultato infine è 2%, canzone che guarda al passato con fare nostalgico, ma con l’ottimismo di chi riesce a crescere e migliorare superando quello che può essere definito un amore tossico.
2 % parla di un percorso sentimentale contorto: come ne sei uscito? Ti va di raccontarcelo?
Sbagliando e risbagliando come tutti. Credo che in gran parte la nostra maturità sia dovuta dagli errori commessi, volontariamente e non. Dopo un lungo periodo di sbagli arriverà sempre quel momento di rivalsa in cui puoi davvero dimostrare e mettere in pratica ciò che sei diventato, e ciò che hai imparato. Spesso, mi piace dire che soffrire è il mezzo per trasformarsi in una grande persona, e ne sono fermamente convinto. Le persone sensibili che soffrono, credo posseggano una marcia in più: 2% “Due per cento” parla anche un po’ di questo.
La collaborazione musicale in Mare Fuori 2 proseguirà sicuramente il successo della sigla da te prodotta O’ Mar’ For’: come sono nati i due nuovi brani?
I due brani, ‘O mar fa paura e Sangue nero, sono nati in due modi diversi. ‘O mar fa paura è stata prodotta da me e scritta da Matteo Paolillo, attore della serie e successivamente richiesta dai registi della serie RAI di Mare Fuori 2. E’ un brano che parla dell’amore e della paura che può scaturire innamorandosi.
Mentre Sangue Nero ci è stata commissionata dalla RAI per rafforzare alcuni eventi narrativi presenti in diverse puntate della serie, quelli che riguardano la violenza nella sua globalità ma, in particolar modo la violenza di genere, quella che colpisce il mondo delle donne e che, attualmente è diventata una piaga sociale che desta preoccupazione.
E’ difficile inserirsi in queste realtà lavorative per un giovanissimo come te?
Una canzone che ho scritto poco fa… e che forse sentirete prossimamente parla proprio di questo. Se è difficile? Assolutamente si. Il panorama musicale offre enormi soddisfazioni, ma come diceva un giovane saggio…”più soldi più problemi“.
Come è nata la collaborazione ormai consolidata con Matteo Paolillo e la Suba Crew?
La collaborazione tra noi è nata diversi anni fa, quando sia io che Matteo Paolillo (Icaro) e Pietro Jellinek (PJ) frequentavamo, anche se con indirizzi diversi, il Centro Sperimentale di Cinematografia. Da una bella amicizia è nato il collettivo Suba Crew e, anche se nel tempo ci siamo concentrati anche su lavori individuali di cui sono comunque il producer, la Suba è tutt’ora un gran bel progetto su cui stiamo lavorando. Non temete!
Hai altre sorprese prossime nel cassetto? Musicalmente parlando?
Ne ho pure troppe in realtà. Nei prossimi mesi usciranno dei gran bei progetti e riguarderanno non solo Lolloflow, Icaro e PJ, ma anche altri artisti con cui sto collaborando. Non vedo davvero l’ora.
Ma chi è Lolloflow? “Ragazzo Indaco” come da te descritto in un tuo brano
Lolloflow credo sia un alter ego più piccolo. Adoro questo nome d’arte perché, quand’ero bambino, mi chiamavano sempre Lollo, ciò mi riporta alla mente bei ricordi.
Il primo a nominarmi così fu PJ, al tempo mi chiamavo semplicemente Flow, che era il nome d’arte che usavo nell’ ambito dell’ Hip Hop come ballerino di break dance.
Il mio quindi, è un nome d’arte nato per mezzo di un gioco di parole che fece PJ: ricordo che me ne innamorai subito! Il concetto del Ragazzo Indaco, che cito nel brano “Tornare Bambino“, è molto complesso, posso però dire che riguarda una generazione di ragazzi particolarmente sensibili e con delle “doti soprannaturali”: mi sento così, diverso ed unico :-).