La situazione attuale degli ospedali italiani è al tracollo, ma in alcune strutture specifiche è decisamente disarmante. All’ospedale San Filippo Neri di Roma la situazione del pronto soccorso è a dir poco critica, i pazienti vi giungono con problematiche di vario genere e, malgrado ricevano un codice di alto rischio, come il rosso o il giallo, rimangono ore ed ore in attesa: per un codice giallo anche 10 ore… stanziano per giorni interminabili, nei corridoi e nelle stanze d’attesa della struttura del pronto soccorso, tra parenti e caos, norme igieniche non adeguate, aspettando che qualche posto letto si liberi.
Malasanità: San Filippo neri pronto soccorso in tilt
Per chi non lo ricordasse questo ospedale ha rischiato di essere chiuso in tempi recenti, sorte meno favorevole è toccata alla sua struttura di supporto, Villa Fiorita che, per anni, ha accolto i pazienti in esubero del San Filippo Neri. Ma la situazione attuale lascia perplessi: effettuati alcuni esami di routine, la struttura di pronto soccorso può decidere di ricoverare il paziente o dimetterlo ma, per ricoverarlo, necessitano posti letto liberi che spesso sono assenti.
Alcuni pazienti stanziano nei corridoi anche per una settimana senza poter ricevere le stesse cure che normalmente riceverebbero in reparto, per gli anziani è tragico: niente pulizie e lavaggi, ed i parenti solo per pochissime ore o minuti al giorno, inoltre, non possono essere svolti esami di approfondimento specifici se non si è ricoverati al reparto, insomma, per dirla in altri termini, se si viene ricoverati per un emorragia rettale copiosa, si rischia una trasfusione in attesa di essere portati al reparto, solo dopo aver ottenuto il posto letto, il personale medico addetto, potrà procedere ad una rettoscopia, intanto però, si viene tenuti a digiuno ed alimentati con flebo in attesa del tanto agognato posto letto e degli esami del caso. C’è poi chi sviene per cali di pressione, chi per ipoglicemia (diabetici a digiuno) e chi, recandosi in bagno, al suo ritorno non trova più la barella su cui sostava da tre lunghi giorni: con vertigini e parkinson… è dura!
Il nulla del nulla
Poche coperte solo per alcuni fortunati, niente cuscini e, talvolta con i codici rossi in arrivo, si fatica a reperire le barelle e si sfilano letteralmente da sotto il sedere di altri malati gravi. Parliamo con il medico di turno, (dopo insistente sollecitazione), il quale, stremato da super lavoro ed emergenze continue, cerca di placare gli animi accesi dei familiari dei degenti in attesa di un letto e di una terapia “reale”, da giorni.
Parla con noi, mentre impartisce ordini per vari codici rossi di emergenza, un medico giovanissimo, una donna, la cui pazienza vacilla sotto le nostre pressioni, ci fornisce qualche delucidazione ma osservando la situazione: come darle torto? Sta svolgendo il lavoro che dovrebbe effettuare un equipe: malati ovunque!… Consapevole del fatto che, alcuni di loro, perderanno la vita in barella in attesa di un posto letto che non c’è (ci riferisce).
Vista la situazione tragica del San Filippo Neri, facciamo un giro ampio e contattiamo 5 ospedali nel raggio di 15/20 chilometri, strutture più o meno note dove ci viene ribadito che la situazione dei posti letto è critica: non ci sono letti e le ore di attesa al pronto soccorso sono infinite anche per chi con un codice giallo è a rischio. L’unica struttura che sembra rincuorarci è l’ospedale San Carlo, optiamo per un trasferimento ma, a questo punto, dopo tre giorni in corridoio una crisi ipoglicemica ed emorragia in atto ed infiniti solleciti, arriva l’atteso posto al reparto. Ringraziamo il governo per aver ridotto il nostro paese e i nostri ospedali in strutture insufficienti ed inefficienti per carenza di letti e personale: ospedali da terzo mondo!
Meglio morire in casa propria che andare in ospedale per “crepare” in una barella di un corridoio infinito, attendendo un letto che non c’è!
San Filippo Neri. Sala attesa ricovero, e corridoio.