La presenza di T300A tende ad aumentare sensibilmente la degradazione dell’Atg 16/1, in sostanza, per dirla in termini semplici, si è compreso il reale meccanismo che stimola ed induce la morte cellulare con conseguenze stress metabolico, ed infezione ed infiammazione patogena da malattia di Crohn la quale comporta malassorbimento, ulcere, perforazioni, stenosi, anemia e molte patologie connesse.
Ma ora vediamo l’altra novità che forse cambierà la sorte dei malati di Crohn e, in futuro, anche dei pazienti affetti da colite ulcerosa. La scoperta è stata effettuata a Roma ad opera di ricercatori che stanno studiando un farmaco da più di dieci anni e che per avere sovvenzioni hanno venduto il brevetto ad una casa farmaceutica USA.
Morbo di Crhon: nuovo farmaco in sperimentazione fase 2
la sperimentazione del nuovo farmaco per il Crhon è già iniziata, ed ha superato la fase 2 ora deve superare la fase 3, l’ultima, se tutto procederà come previsto, tra due o tre anni dovrebbe venire commercializzato.
Di cosa si tratta esattamente?
Alla base di tutto ossia dell’infiammazione cronica da Crohn, vi è una predisposizione genetica, come visto nel paragrafo precedente, le tossine alimentari presenti nei cibi, sono in grado di scatenare un’infezione. La proteina che dovrebbe ridurre l’ infiammazione si chiama Tgf 1, quest’ultima però non funziona correttamente, dando l’avvio alla manifestazione patologica da Crohn, a causa della Smad 7 che inibisce la TGf 1 impedendone il funzionamento corretto. La cura consiste proprio nell’intervenire modificando questo meccanismo.
Il gene che produce Smad 7 è stato individuato si trata di una molecola composta da una sequenza di 21 basi e la cura consiste in un Rna complementare e speculare che tende ad abbracciarlo avvolgendolo e bloccandolo ecco che il Tgf 1, necessario per combattere e bloccare l’infiammazione, si normalizza, lo Smad 7 non viene più prodotto. Risultato di ciò è la guarigione che da quello che attestano le prime fasi di sperimentazione sembra funzionare egregiamente ed in poco tempo. Ora le fasi successive saranno volte sull’individuazione di due fattori di base:
- Tempi di terapia (per ora 1/2 settimane circa)
- Durata della remissioni prima di dover nuovamente procedere a un altro ciclo di terapia sul malato la media attuale certa al momento è di 6 mesi ed oltre.
Giovanni Monteleone il ricercatore che ha dato vita alla cura contro il Crohn
Giovanni Monteleone, professore di gastroenterologia dell’Università di Tor Vergata di Roma, nato a Catanzaro nel 1964, laureatosi in medicina nel 1991, si è specializzato in gastroenterolgia nel 1996 e nel 2002 ha conseguito il dottorato in immunologia sperimentale. Il medico ha iniziato il percorso di ricerca diversi anni fa a Londra nel 2000, studiando i meccanismi molecolari e la patogenesi del morbo di Crohn e dell’infiammazione, è cosi che gli studi e le ricerche si sono orientati puntando ad un trattamento che utilizzi il genoma. La nuova pillola pera proprio in questo senso ed è stata battezzata Morgensen.
Il Crohn e la colite ulcerosa “RCU” sono patologie con sintomi e manifestazioni debilitanti ed invalidanti, Il Tgf1 beta non è in grado di combattere i processi infiammatori e di svolgere correttamente il suo lavoro ciò è dovuto proprio alla molecola Smad 7 che i ricercatori hanno cercato di isolare e mettere fuori uso e, a quanto pare, ci sono riusciti. Il farmaco che è nato grazie a un teem d’eccellenza, ha causato la remissione della patologia nel 85% dei casi, gli altri soggetti che hanno partecipato alla sperimentazione, hanno comunque manifestato netti miglioramenti.
Ora manca solo la sperimentazione di fase 3. Le attuali sperimentazioni si stanno svolgendo in Italia in ben 16 ospedali e in un solo ospedale in Germania. I proventi del farmaco andranno all’azienda USA che ha investito e finanziato il progetto pagando 710 milioni di dollari per riservarsi i diritti sul Morensen.
L’iniziativa sociale e solidale MICI – i video.
Nasce un’iniziativa sociale e solidale atta a coinvolgere tutti coloro che sono affetti da queste patologie “MICI“e a sensibilizzare la gente. Si tratta della produzione di video personali e privati che si potranno caricare sul sito www.orachemicifaipensare.it, nei video ogni paziente coinvolto da una MICI (malattia infiammatoria cronica intestinale), potrà raccontare la sua esperienza, mettere a nudo queste realtà che spesso accompagnano il malato per tutta la vita, dolori, ansie e disagi, interventi e problematiche di ogni genere incluse quelle di una normale vita con lavoro e figli, ma anche storie di vita di coloro che si rimboccano le maniche ogni mattina e continuano a vivere la loro vita senza lamentarsi, convivendo con la malattia e cercando di prendere dalla vita tutto il buono che c’è.
I video serviranno a sensibilizzare la gente ma anche a rassicurare coloro che sono agli inizi della patologia e che spesso si sentono persi, depressi, senza speranza, coloro che si vedono rubare dalla vita la salute, il benessere fisico, la forza e che insieme ai familiari hanno necessità di incontrare comunque risposte positive, storie narrate da chi ce l’ha fatta, da chi nonostante tutto e nonostante il Crohn, persone che continuano a lottare nel quotidiano con il sorriso sul volto ed il dolore nella pancia, nelle ossa e in tutto gli organi coinvolti da queste patologie, …ogni giorno…per tutta la vita, almeno fino a ieri!
Da domani quindi, una speranza in più per me, per voi, per tutti colori coinvolti da *MICI.
Firmato Una Crohniana felice 🙂
*MICI malattie infiammatorie croniche intestinali (Crohn colite ulcerosa).
Fonte notizie: New England Journal of Medicine
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