Fra aneddoti inaspettati e sorprendenti lasciamoci affascinare dalla storia di Starbucks, la più grande catena di caffè al mondo. Quella incentrata sul colosso del caffè è una narrazione che contempla la fase di avvio, con la nascita del primo negozio negli anni ’70, ci permette di scoprire la varietà dei menù, per arrivare agli aspetti che coinvolgono elementi di più stretta attualità quali l’estetica e la sostenibilità con cui ha scelto di operare. Vogliamo quindi svelarvi 5 curiosità che non sapevi su Starbucks.
Starbucks, una storia di grande successo
Dalla commercializzazione di innumerevoli miscele di qualità, all’accoglienza calorosa che si respira nelle caffetterie di proprietà, quella di Starbucks, dagli anni ’70, è l’effige di una storia di autentico successo, che ha contribuito a far crescere la cultura del caffè in America e nel mondo.
Considerata per dimensioni la più grande catena di caffè al mondo, Starbucks è presente in più di 70 paesi, e conta più di 160mila dipendenti, dispone inoltre, di 30 mila negozi e vende al pubblico ogni anno 4 miliardi di tazze di caffè.
Si tratta di un prodotto di qualità che oggi si può sorseggiare comodamente a casa come al bara, grazie alla nuova generazione del gusto che contempla l’utilizzo di capsule per il caffè. Le capsule Starbucks sono una proposta che unisce al prodotto iconico come quello offerto da Starbucks l’esperienza di Nescafé Dolce Gusto.
Per conoscere più da vicino la realtà di questo brand iconico del caffè, non resta che lasciarsi affascinare da una narrazione coinvolgente e inaspettata, fatta di innumerevoli dettagli. Eccone cinque che garantiscono al lettore di scoprire interessanti curiosità su questo colosso del caffè.
1 negozio aperto a Seattle nel 1971 e la regola dei dieci minuti
Nata negli anni ’70 per mano di Jerry Baldwin, Gordon Bowker e Zev Siegel, Starbucks ha mosso i primi passi a Seattle con l’apertura nel 1971 della rivendita capostipite. Il primo negozio era specializzato nella produzione e distribuzione di caffè in chicchi tostati, provenienti da ogni parte del mondo.
Fra gli aneddoti che caratterizzano i negozi Starbucks la più particolare è la regola dei 10 minuti che considera l’apertura e la scelta di servire caffè e bevande 10 minuti prima dell’orario ufficiale, e fissa la chiusura 10 minuti dopo.
2 Il primo Starbucks caffe latte venne servito nel 1984
Risale al 1984 il primo caffè latte servito da Starbucks grazie a uno dei capisaldi dell’esperienza tutta italiana in fatto di caffè. A garantire un interessante punto di svolta, infatti, fu l’idea di Howard Schultz di far rivivere in America la tradizione dei caffè italiani.
Durante un viaggio nel nostro paese nel 1983 Schultz, storico presidente e amministratore delegato di Starbucks, restò affascinato dall’esperienza italiana e dalla cultura in fatto di caffè, tanto da decidere di trasferirla negli Stati Uniti, servendo nel 1984 il primo Starbucks caffè latte.
3 A chi deve il nome Starbucks?
I tre fondatori, che frequentarono l’Università di San Francisco, decisero di battezzare l’azienda con il nome del primo ufficiale di coperta, la cui figura emerge palpitante dalle pagine di Moby Dick, il romanzo capolavoro di Melville. La scelta del nome avvenne dopo aver bocciato altre due ipotesi ovvero ‘Cargo House’ e ’Pequod’, tratte sempre da quello che viene considerato uno dei libri più noti della letteratura americana e mondiale.
4 I menu targati Starbucks, 87mila combinazioni di gusti
Come sottolinea Lisa Passe, portavoce dell’azienda “Se si considerano tutte le nostre bevande principali, e le si moltiplicano per le possibili customizzazioni di ciascun prodotto, di ottengono oltre 87 mila combinazioni”.
Le 87mila combinazioni sono disponibili all’assaggio nei bar della catena dove, fra gli altri, si possono gustare 40 diversi tipi di frappuccino, i classici espressi, il caffè freddo, le cioccolate calde. Questo perché la preparazione del caffè è una vera arte così come la composizione delle sue miscele aromatiche.
In fatto di gusto è un’occasione imperdibile lasciarsi tentare dai topping, sinonimo di gusto ricercato, e dalle innumerevoli integrazioni vegetali quali cocco, soia, avena e mandorla.
5 Un caffè etico sostenibile
Starbucks ha raggiunto negli anni scorsi un obiettivo ragguardevole tagliando il traguardo del 99% di caffè proveniente da approvvigionamento etico.
Con l’acquisto nel 2013 di una piantagione di caffè in Costa Rica, Starbucks ha scelto di puntare a una tipologia di coltivazione che tiene nella massima considerazione i cambiamenti climatici, le malattie e la spiacevole diminuzione delle risorse naturali.
La fattoria si è trasformata in un vero e proprio centro globale di ricerca e scoperte. Il team che opera al suo interno lavora alacremente, cercando di aiutare tutti i coltivatori del pianeta ad affrontare le sfide imposte dal terzo millennio.
Dal 2013 ad oggi, grazie alla cultura della sostenibilità, Starbucks ha limitato le emissioni di CO2 per euro generato con una diminuzione del 30%.
Fra le novità, impossibile non evidenziare la bontà di Pistacchio Velvet Latte, che coniuga l’espresso a una bevanda vegetale a base di avena con sciroppo al gusto di pistacchio.
Parte integrante del menù è il Grand Coffee, che dispone di 330 milligrammi di caffeina, in grado di quadruplicare la consistenza della Red Bull.
In origine le misure delle tazze consideravano la presenza di 350 ml di prodotto nella tazza grande, e 240 ml nella tazza piccola, per arrivare oggi alla tazza grande che contiene quasi 900 ml.
L’utilizzo di latte nei bar della catena raggiunge i 93 milioni di galloni l’anno, una quantità che, a conti fatti, è sufficiente per riempire 155 piscine olimpioniche.