Nello scrutare i dati grafici del mio blog, questa mattina, tra le tante voci dedicate alla ricerca da parte dell’utente, ho trovato: “quando un bambino si comporta male all’asilo”, come mamma di tre fanciulli ormai grandini, mi son chiesta: “cosa può indurre una giovane mamma, a cercare delle risposte in internet sul perché il proprio figlio si comporti male all’asilo?”
Bambini: quando si comportano “male all’asilo”
Una volta si parlava di queste ed altre problematiche in famiglia, con fratelli zii ed amiche, oggi sembra che ci si avvalga di internet per ogni cosa. Al di là del motivo reale, ho ritenuto opportuno dare una “risposta” a questa mamma portando la mia esperienza.
Non parlo come un “esperta psicologa” anche se nel corso della mia vita ho letteralmente divorato moltissimi libri di psicologia, un po’ perché circolavano per casa, un po’ perché è un argomento che mi ha sempre affascinato ed interessato.
intanto cominciamo con il dire che al di là del modo di come vengono educati i propri figli, esiste una componente genetica che ne determina, influendo in una certa misura, il carattere ed i comportamenti, motivo per cui diversi figli di una stessa madre dimostreranno sin dalla più tenera età comportamenti e caratteri totalmente differenti, pur essendo educati e cresciuti nel medesimo luogo dalle stesse persone.
Allo stesso stimolo esterno i bambini reagiscono uno dall’altro in modo differente.
La mia testimonianza
La mia primogenita è una femmina, devo dire che da neonata e in età infantile, è sempre stata molto buona, ad un mese dormiva già nove ore filate ed era dolcissima, così si è evoluta in serenità la sua crescita, mentre ora che è più grande mostra un carattere molto deciso talvolta un po’ intransigente, in alcune occasioni direi poco accomodante.
Ciò dipende probabilmente dal fatto che da piccola è stata sopraffatta in modo particolare da una cuginetta coetanea motivo per cui, la bambina, essendo di indole molto buona, è passata da una fase che prevedeva sottomissione, botte, prepotenze e lacrime, ad una forte indole reattiva che conserva tuttora in caso di disagio. Quando iniziò l’asilo, come molti bimbi, soffrì un poco l’adattamento, nei suoi comportamenti mi ricordava molto me stessa da piccola: se ne stava all’angoletto in piedi, rifiutando, talvolta di togliere persino il cappotto. Il suo rifiuto al nuovo ambiente e la grande diffidenza erano palesi, inoltre a tutto ciò uniamo il fatto che il suo ingresso all’asilo coincideva con la nascita di un fratellino, evento sicuramente degno di nota.
Accettazione dell’asilo e della separazione dalla mamma
Comunque sia, in pochi mesi la bambina si adattò, e l’ambiente asilo divenne un luogo di svago, grazie anche alle grandi capacità delle due insegnanti, mentre per quanto riguarda la diffidenza manifestata nei confronti di alcuni compagni più vivaci, svanirà solo verso i nove – dieci anni, quando le lacrime che sgorgavano determinate dalle sopraffazioni della cugina lasciarono il posto ad una sana e giusta reazione.
Il secondogenito ha dimostrato un carattere serio, ed un intelligenza superiore alla media, da subito, sia nel modo di relazionarsi con il mondo esterno, sia nel suo rapporto con i giochi e la scuola. Anche lui caratterialmente molto buono, ha iniziato l’asilo più tardi in quanto è nato nel mese di gennaio. Sicuramente qualche mese in più di età e una maturità superiore gli hanno fatto accettare di buon grado l’ingresso alla scuola materna, che si svolgeva nelle sole ore del mattino, devo dire che, passati i primi giorni di inserimento, non ci furono grandi problemi.
Il terzo figlio, invece, mi ha fatto “scontare la fortuna” di avere avuto due figli tranquilli e ha “pareggiato” i conti. Oggi è un ragazzo dolcissimo e buonissimo, ancora molto attaccato alla figura materna, ma da piccolino, ha manifestato un carattere poco “elastico” con il rifiuto a priori di tutto ciò che non gli garbava: passeggino, dormire, asilo e la distanza dalla sua mamma. Ogni volta che veniva allontanato per poche ore da me era una tragedia totale che avrebbe provveduto in un modo o nell’altro a farmi scontare.
Inutile dire che l’ingresso all’asilo non fu proprio tranquillo e per circa due anni all’uscita della scuola mi attendeva una furia scatenata pronta a farmi pagare di averlo lasciato li per “ben quattro ore”.
Con i compagni giocava tranquillamente, inoltre era in classe con il fratellino maggiore, cosa che lo ha di sicuro agevolato, verso i cinque sei anni questa fase è andata scemando, ha cominciato a capire che il mondo era bello e funzionava bene anche se la sua mamma non era presente in quel momento e in quel posto…la sua indole vivace, è stata conservata ancora per qualche anno, è tuttora un po’ “scapestrato” nel senso buono, solo nelle attività sportive, per il resto è tranquillissimo serio ed affettuoso.
Riassumendo e traendo le conclusioni, un bambino che si comporta male esprime semplicemente un disagio, sia in ambiente scolastico che domestico, il mio ultimo e piccolo terremoto era semplicemente vivacissimo ma inoltre non accettava in nessun modo di essere allontanato da me, mentre la grande aveva manifestato una certa chiusura nei confronti degli altri bambini per un disagio psicologico determinato da un “rapporto sbagliato” con una cuginetta che a sua volta si comportava in maniera esasperatamente aggressiva e prepotente per problematiche derivanti dall’ambiente familiare e dal rapporto dei suoi genitori, che di li a breve si sono separati.
Il secondogenito, a due anni era un vero “ometto” si comportava impeccabilmente in tutte le situazioni, mentre ha assunto un comportamento sbagliato nei confronti del fratellino minore, era decisamente molto geloso e lo dimostrava picchiandolo, senza un motivo e ad ogni occasione: gli passava vicino e gli “sbatteva in testa” ciò che aveva in mano (giocattoli o altro)… Tra i due intercorrono meno di due anni, finalmente quando il piccolo ha cominciato a camminare, il fratello maggiore si è reso conto che oltre a picchiarlo poteva anche giocarci insieme, divertendosi, e così il rapporto tra i due è cambiato, sono tuttora molto legati.
Ogni bambino nel periodo che va dalla sua nascita alla crescita prescolare e scolare ed oltre, attraversa varie fasi molto importanti, una cosa su cui insisto da sempre e di cui sono fermamente convinta, è che i bambini sono tutti buoni, hanno dei caratteri differenti, alcuni sono più tranquilli, mentre altre più vivaci, ma in linea di massima un bimbo che si comporta “male” ha le sue “buone ragioni”: o rifiuta qualcosa, o soffre per qualche motivo. I figli non nascono problematici, ma possono diventarlo, sta a noi il difficile compito di individuare eventuali problematiche e difficoltà e cercare di rettificarle, avvalendoci, se necessario, del supporto psicologico di qualche esperto del settore.
Un abbraccio virtuale alla mamma in ansia, augurandomi di esserle stata, in qualche modo, d’aiuto.
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sono d’accordo che le risposte a certe domande non vanno cercate in internet… i disagi che possono manifestarsi in comportamenti aggressivi o poco sociali sono talmente tanti che è impossibili
dare delle risposte senza aver prima effettuato una anamesi accurata del bambino e della situazione familiare…
concordo Monica, di certo un bimbo che si comporta così male avrà i suoi motivi “esprime un disagio”
Se tornassi indietro io mi comporterei malissimo a scuola materna, farei impazzire così tanto da rendere la vita insopportabile a tutti e obbligare i miei a tenermi a casa 😀
Zitta laura che io ho passato quasi un anno in piedi con il cappotto indosso e non mi schiodavo da li….