Gianduia: la maschera che diede il nome ad un cioccolatino

Prende il nome da un cioccolatino, ma non lo è, bensì si tratta di una maschera originaria del Piemonte, che ha dato nome al notissimo Gianduia cioccolatino ma che ben poco ha di esso.

Ha origini torinesi è ben interpreta il dialetto del luogo, meno nota di altre maschere come Arlecchino e Pulcinella, Anche Gianduia ha una sua storia  e tradizione.

Gianduia: la maschera che diede il nome ad un cioccolatino: le origini

Le origini della maschera di Gianduia vengono fatte risalire  sul finire del 1700, deriva dalla fantasia di due  burattinai, Bellone di Oja una frazione del cunense e del torinese Sales. Tennero spettacoli un po’ ovunque arrivando a Genova nel 1822.

Le sue origini risalgono al XVIII secolo, quando il popolo torinese, per sfuggire alla censura napoleonica, utilizzò la maschera di un contadino burlone per satireggiare la nobiltà e le classi dominanti.

Il pubblico sorrideva alle disavventure di Giròni, specialmente quando si trattava di ridicolizzare  il potere costituito, in seguito a queste manifestazioni di carattere “politico” la polizia  arrestò i due burattinai per ingiuria nei confronti del Doge.

Le marionette furono bruciate  e Sales e Bellone furono espulsi dalla città e accusati di lesa maestà. Prima di andarsene si fecero intagliare nuovi burattini dallo sculture Pittaluga. Nel tempo la figura di Gianduia rappresentò un nobile patriota.

Gironi che nel dialetto piemontese si dice Girolamo, era  un contadino simpatico, arguto  furbo, chiamato anche  Giovanni “d’la douja” (vino), perché in qualunque osteria entrasse chiedeva del vino in sostanza il nome significa: “Giovanni del boccale”.

Il vestito e gli abiti di Gianduia

Vestiva con una lunga giacca marrone bordata di rosso, un panciotto giallo, calze rosse e pantaloni  di fustagno, in testa indossava un cappello a tre punte, chiamato tricorno, e aveva un codino girato all’ in sù legato con un bel nastrino rosso.

Facevano parte dell’abbigliamento un fiocco verde oliva indossato al collo, e un ombrello sempre dello stesso colore, le  scarpe di color nero e i calzini rossi. Il suo nome fu presto abbreviato in Gianduia, divenne un burattino di grande successo e, in seguito, la maschera ufficiale di Torino.

  • Abbigliamento: Gianduia indossa un cappello a tre punte, una giacca a coda di rondine, un panciotto a righe gialle e rosse e pantaloni larghi.
  • Simboli: Il suo bastone rappresenta l’astuzia contadina, mentre la sua pipa simboleggia la saggezza popolare.
  • Personalità: Gianduia è un personaggio ironico, burlone e goliardico, sempre pronto a difendere i più deboli e a criticare i soprusi dei potenti

Il carattere di Gianduia

Caratterialmente Gianduia è un galantuomo, allegro  coraggioso e ricco di buon senso, ama il buon vino e la buona tavola.

Sempre presente nelle feste popolari torinesi, insieme alla  sua fedele compagna Giacometta, con la quale, nei giorni di carnevale, gira su una carrozza di gala porgendo ossequi alle autorità cittadine e effettuando visite nelle strutture di degenza (ospedali e ospizi), regalando caramelle.

Una maschera usata meno di altre più note per mascherarsi a Carnevale ma che comunque è adatta specie per gli adulti, ma si trovano anche vestiti per bambini a pochi soldi. Una maschera diversa dal solito, ma molto caratteristica, esattamente come Rugantino, indicata per coloro che vogliono qualcosa di diverso da indossare per una festa di Carnevale.

 

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