Invidia: i come e i perchè di questa fragilità

  

 

 

Cominciamo con il  dire che l’invidia è, al giorno d’oggi, un male purtroppo diffuso e comune, il sesso femminile sembra soffrirne di più, ma quali sono le cause che generano questo tipo di comportamento sgradevole e fortemente non socializzante?

Invidia: i come e i perché di questa fragilità

Beh, più di una. Prima di tutto sicuramente una bella dose di insicurezza e la  non realizzazione personale  non permette, ad una individuo con personalità sofferente, di godere delle capacità, talento o bellezza altrui, da qui nasce “spontaneo” il sentimento di invidia, che porta l’individuo ad odiare, in maniera inconscia  chi, in un modo o nell’altro, è migliore di lui.

Se le persone fossero cresciute ed educate in modo diverso, sicuramente il problema dell’invidia sarebbe di gran lunga ridotto.

Uno dei compiti genitoriali, consiste nel far capire, alla propria prole, le capacità personali e i propri punti di forza, ci sarà chi è più intelligente, chi è dotato di bellezza superiore, chi magari ha un talento notevole nella musica, nel ballo, nel dipingere o nello studio, in cucina, o magari nelle faccende domestiche, ogni persona ha al suo attivo, delle capacità superiori alla media in qualcosa, così come di sicuro, sarà meno dotato in altri campi.

La sicurezza in se stessi deve venire dall’infanzia

Acquisire sin da piccoli, la certezza e consapevolezza che ogni persona è, nel suo genere, unico e irripetibile, dovrebbe portare l’individuo, nell’età adulta, a vivere con serenità, godendone, le virtù i pregi e le capacità altrui.

Purtroppo, in alcuni ambiti familiari, questo tipo di “lavoro sui piccoli”, spesso non viene fatto, alle volte delle preferenze genitoriali, gettano le basi di una scarsa opinione di se a livello personale, altre volte, non viene dedicato abbastanza tempo, nel risolvere e spiegare problematiche di gelosia che possono sorgere tra fratelli maggiori, e fratelli minori.

E’ indispensabile tentare di far prendere coscienza del non equilibrio emotivo, al proprio figlio, ogni qualvolta dimostri di “sentirsi inferiore”, o “superiore” ai propri fratelli o coetanei.

La consapevolezza di se stessi, delle proprie capacità, dei propri limiti e delle proprie doti, rende un individuo “emotivamente stabile” ed in grado di godere pienamente dei talenti altrui, senza invidie.

Per quanto riguarda le donne, il problema è ancora più complesso, “educate dalla società” al dover apparire e a dover essere, quasi obbligatoriamente,  belle, brave, madri , mogli e lavoratrici, entrano in conflitto con più facilità, sia sul piano estetico che sul piano lavorativo dove, con unghie e denti cercano a tutti i costi di sgominare i rivali.

Gli uomini, per contro, sono terribili verso il sesso femminile, con il quale, anche in questo caso, ad opera di retaggi culturali, tendono a voler primeggiare nei confronti del sesso femminile, non accettando di buon grado, doti superiori, di una donna, rispetto a se stessi.

Aggiungerei a tutte queste motivazioni, un’altro elemento derivante dall’infanzia, il non sentirsi amati in maniera sufficiente e appagante, questa situazione produrrà nel tempo, tendenzialmente,  una scarsa autostima, e la ricerca continua di elementi che sembra, ci siano mancati, quali oggetti, sentimenti, doti altrui, si ricercherà di occupare ruoli che non ci appartengono, di appropriaci di amicizie o fidanzati altrui che in realtà non ci interessano, tutto nel tentativo di prevalere, in qualcosa o verso qualcuno perché, in realtà, ci sentiamo inferiori, in questo modo diamo sfogo al nostro ego, e ci creiamo l’illusione di essere diversi da cio’ che siamo, e che, evidentemente non ci appaga ne ci soddisfa.

Se l’invidia è un sentimento diffuso, la capacità di non rendersi conto di essere invidiosi è altrettanto frequente, si tende a giustificare la propria invidia mettendo in risalto difetti altrui o, nel peggiore dei casi, inventarsi scuse e giustificazioni atte a dequalificare la persona di cui siamo invidiosi, la cosa più comune che viene usata consiste nel definire un soggetto antipatico, mentre dovremmo renderci conto che, molto spesso l’inadeguatezza regna dentro di noi, nessuno è piacevole al 100% così come, nessuno non lo è al 100%, quindi, cominciamo magari da oggi, a fare un ‘analisi un pochino più complessa di quelle che sono le nostre emozioni di fronte ad una certa situazione e a determinate persone, e il perché, sarà interessante scoprire, che il più delle volte odiamo proprio le persone che hanno le capacità o le qualità che noi stessi vorremmo possedere.

 

 

 

Previous articleSon Cubano: armonia e passione
Next articleLaura Pausini: “Inedito” esce il nuovo album della cantante

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.