Oya Yansa, la divinità che veste i colori dell’arcobaleno, risiede sulla porta del cimitero, e porta con se due Yruke che agita in aria “simbolo il vento”, sincretizzata nel cattolicesimo con Santa Teresa. Una guerriera, forte coraggiosa, può impugnare il machete e scendere in guerra accanto al suo sposo. Governa la fiamma della candela, sposa di Changò Dio della virilità e del tuono.
Non ama le cose statiche e spinge al cambiamento e al rinnovamento, come un turbine può generare vento e tempesta, può portare luce o tenebre, amore o guerra. Oya è una divinità guerriera che sa essere dolce e affettuosa con i suoi figli, ed impietosa con i suoi nemici.
I giardini di Oya
I cimiteri sono “chiamati i giardini di Oya” di cui essa è la guardiana, vive all’esterno di essi e governa gli spiriti che albergano al suo interno, intermediaria tra il mondo terreno e il mondo spirituale. la troviamo sotto vesti leggermente diverse in Brasile, a Cuba, in Nigeria ad Haiti.
Oya è una dea che esige il massimo rispetto, considerata una ambasciatrice della sovranità femminile, le donne in Cuba si rivolgono a lei per essere aiutate a superare situazioni difficile. Madrina della pietra Ibram, poderoso strumento di”obras”. Il suo numero è il nove, tutti i colori dell’arcobaleno le appartengono tranne il nero, predilige il viola, il marrone ed il rosso scuro, il suo giorno è il Giovedì, suoi sono i 4 venti dei punti cardinali che domina, in accordo con Eleggua Orunla e Obatalà. Amante inseparabile di Chango Dio del fulmine e della virilità.
Narra un Pataki, ossia una delle tante leggende legate alla Santeria cubana e agli Orishas che un tempo il mare fosse la sua casa, ma con un tranello Yemaya la indusse a scambiare con lei i rispettivi domini, da allora la Dea Oya albergo fuori dal cimitero mentre Yemaya regna nell’oceano.
“Jekua jey Yansa!”