Dopo aver appreso la tragedia che ha coinvolto 4 sub a Palinuro, rimasti bloccati all’interno della “Grotta del Sangue”, ho pensato di redigere questo articolo. Tra le vittime della tragedia tre uomini e una donna, Andrea Petroni, 41enne romano, Susy Covaccini, di 36 anni, salernitana, il 41enne Douglas Rizzo, romano, e Panaghiotis Telios, di 23 anni, di origine greca, residente a Reggio Calabria.
Le ricerche sono iniziate nella mattinata poco dopo mezzogiorno. Il fondale nella zona è profondo una quindicina di metri: la presenza di un cunicolo ha reso difficile arrivare ai sub.
Otto i sub che hanno partecipato all’immersione, quattro quelli che sono riusciti a guadagnare l’uscita della grotta: tra questi anche Roberto Navarro, titolare del diving center che ha organizzato l’escursione e che si trova tuttora ricoverato in osservazione all’ospedale di Vallo della Lucania. L’uomo dopo essere riemerso si era accorto della mancanza di quattro degli otto sub ed era quindi tornato nella grotta. Riemerso e risalito a bordo da solo, è stato colto, per ovvi motivi da malore immersioni ripetute senza rispettare intervalli adeguati e risalita nei giusti parametri sono pericolose. Oltre a questa tragica notizia in questi giorni ne sono seguite altre riguardanti sempre la morte di alcuni subacquei.
Nel caso specifico non so e non si sanno ancora quale sono le cause che hanno determinato la tragedia, quel che è certo è che il mondo della subacquea e dei diving center spesso scivola in superficialità e scarsa professionalità sia in Italia che all’estero, per cui ci si trova a fare discesa in molti anzi, “troppi” sub, con pochi istruttori di affiancamentoinsieme a novellini, spesso impauriti, in grado di mettere in pericolo se stessi e gli altri.
La subacquea è una splendida disciplina ma andrebbe regolamentata e seguita un po’ di più dalle istituzioni. Personalmente ho frequentato un luogo di villeggiatura e il suo relativo diving per diversi anni conseguendo diversi brevetti e nelle varie immersioni mi sono trovata io stessa in situazioni di estremo pericolo. Gommoni o imbarcazioni cariche di principianti impauriti che impiegano ore a scendere e risalgono più veloci della luce “pallonando” e rischiando per la propria salute, persone che non riescono ad avere un giusto assetto e che sbracciano in acqua strappandoti letteralmente l’erogatore di bocca, e fatte immergere tranquillamente a 18 metri, bambini portati in immersione a 15 metri dopo poche lezioni solo per accontentare un padre che si definisce un provetto sub chiede di poterli far scendere e che inevitabilmente risalgono “pallonando” (pallonare significa risalire in fretta senza consentire all’azoto accumulato nell’organismo di essere riceduto all’ambiente ciò avviene solo con una lenta risalita proporzionale al tempo di immersione e alla relativa profondità).
Gente che si perde solo se l’acqua è un po’ torbida e alla base di tutto 1 – 2 persone di affiancamento (istruttori) per un gruppo di 10- 12 inesperti…così nascono le tragedie.
Mi ha capitato personalmente di recuperare e far risalire 3 persone alle prime armi, abbandonate a se stesse perché un istruttore colto da malore dovette risalire in barca, l’altro un giovane di 19 anni fece giù e su da 0 a 18-20 metri per tre volte nel tentativo di recuperarne altri 4 incluso il papà esperto con i suoi figli. Il giovane istruttore non era altro che un appassionato di subacquea che con un breve tirocinio era diventato un maestro in virtù del fatto che lavorando nel divinig non doveva pagare i costosissimi corsi. In quell’occasione fu molto bravo, ma mise a repentaglio la sua incolumità, io invece non feci altro che recuperare le persone disperse nell’acqua intorbidita e riportarle alla corda di risalita, li sono risalita con uno di loro e gli altri se la sono dovuta cavare da soli. Probabilmente esistono molti diving super professionali ma vi consiglio spassionatamente, ogni volta che vi programmate un immersione informatevi bene sul diving chiedete le dimensioni dell’imbarcazione, il numero dei partecipanti all’immersione (magari anche il livello dei brevetti) e il numero degli istruttori presenti, anche se voi siete sicuro delle vostre competenze potreste trovarvi coinvolti vostro malgrado in situazioni a rischio. La subacquea è e rimane, malgrado le tragedie, un’esperienza di vita affascinante e coinvolgente ma non bisogna dimenticare mai di scendere in totale sicurezza con attrezzature revisionate e professionisti serie.
Potete anche decidere, di programmare la vostra immersione con 3 o 4 amici senza usufruire del diving, ma solo se avete esperienza ed attrezzature adeguate, in alcuni casi è decisamente più sicuro.
sono d’accordissimo con te: con i diving center dei villaggi turistici bisogna andarci piano. la gente non può pensare di diventare esperto subacque in una vacanza di una settimana. in questo
sport bisogna essere molto, ma molto consapevoli del funzionamento del nostro apparato cardio-circolatorio e respiratorio. Persone che hanno piccole anomalie a livello cardiaco che ne sono a
migliaia e per molti di essi è pericolosissimo fare immersioni, ma non mi risulta che nei villaggi turistici chiedano un eco-cardio color doppler prima di farti immergere…
No per prendere i brevetti chiedono un certificato di sana e robusta costituzione…e generalmente se sei in vacanza ti indirizzano loro dal medico che si attiene alla tua dichiarazione e ti
visita velocemente….ma il problema sono proprio i diving e come vengono organizzate le immersioni….