Il blocco degli sfratti è dato il via a diverse dispute. Ma dal 1 di Luglio riprenderanno i provvedimenti esecutivi di sfratto che a causa della pandemia erano stati sospesi. Il blocco degli sfratti ha coinvolto sia i morosi che hanno risentito della pandemia sia coloro che non pagavano l’affitto in data precedente alla pandemia. Dal 30 Giugno quindi scadrà la proroga per gli inquilini di case e negozi che erano in ritardo con il canone d’affitto già precedentemente al periodo pandemia. Come deciso dal Decreto Sostegni approvato il 4 Maggio del 2021.
Blocco degli sfratti
I sindacati lanciano l’allarme per la concomitanza dello sblocco dei licenziamenti con il provvedimento che sblocca anche gli sfratti per morosità. In aumento in tutte le regione d’Italia gli inquilini che non pagano l’affitto della loro abitazione o della loro attività commerciale. Se da un lato si è voluto tutelare le fasce in difficoltà: affittuari senza reddito o con reddito sospeso o ridotto dall’altro non si è venuti incontro ai proprietari.
Sblocco degli sfratti: le tre fasce di avvio procedimenti
In altri paesi, come la Spagna, il blocco degli affitti è stato supportato da reali sostegni sia alle famiglie affittuarie che ai locatori, cosa che in Italia non è avvenuta. A Roma ad esempi l’unica agevolazione che i proprietari si sono visti concedere è di 250 euro annui. Nel decreto si parla di sblocco degli affitti per 3 fasce.
- La prima fascia coinvolge le morosità che sono insorte nel periodo precedente alla pandemia e gli sfratti per questi inquilini riprenderanno dal 1 di Luglio 2021.
- La seconda fascia riguarda le morosità che sono insorte tra il 28 febbraio 2020 e il 30 settembre dello stesso anno.
- Infine, la terza fascia di sfratti riguarda gli inquilini morosi per il periodo intercorso tra il 1° ottobre 2020 ed il 30 di giugno 2021, per quest’ultimi i procedimenti esecutivi di sfratto saranno ripresi a partire da 1° gennaio 2022.
Il diritto dei proprietari
Il provvedimento è atto a ripristinare la tutela del diritto di esercizio dei proprietari in quanto la pandemia ha messo in ginocchio anche loro che si sono visti privare di una fonte di reddito che in alcuni casi risulta fondamentale se non primaria e a cui a tutela non è stato fatto molto.
Le domande di accesso ai fondi straordinari richiesti per avere supporto in termini di affittuari sono alle stelle, solo a Roma in 3 settimane sono state 49.000. I proprietari, per contro sono mesi che non possono contare sull’entrata degli affitti ma continuano a sostenere gli oneri degli immobili posseduti inclusa la tassa IMU e le bollette delle utenze nonché le rate condominiali. Il blocco degli sfratti si rivela, secondo gli articoli della costituzione “incostituzionale”.
Rinegoziazione degli affitti
Se da un lato i diritti dei proprietari sono inalienabili, dall’altro esiste la necessità di adeguarsi al periodo difficile che ha coinvolto il paese. L’emergenza esiste, ed è innegabile, ma se da un lato vi sono i furbetti, ossia coloro che erano già morosi in precedenza agli eventi citati, ossia alla pandemia (3%), dall’altro, i sindacati sono consapevoli che la maggioro parte delle persone che non riescono attualmente a pagare l’affitto sono coloro che conseguentemente alla pandemia hanno subito un aggravamento delle condizioni economiche.
La strada per andare incontro a questa situazione critica che ha coinvolto proprietari e affittuari si deve basare su agevolazioni fiscali, e rinegoziazioni degli affitti con riduzione del canone mensile, quest’ultimi specie per quanto riguarda le locazioni degli esercizi commerciali, molto dei quali hanno subito blocchi di esercizio parziali o totali ed hanno visto i fatturati scendere sensibilmente o ridursi completamente.
Riduzione del canone e bonus statale 50 %
A tal proposto i proprietari che decideranno di ridurre il canone ai propri inquilini, in un emendamento presente nell’ultimo decreto Ristori, avranno diritto alla restituzione del 50 % dello sconto applicato sull’affitto per un massimo di 1200 euro annui. Per fare un esempio coloro che sconteranno 2400 euro annui, ossia 200 euro mese, ai propri inquilini riceveranno un bonus dallo stato di 1200 euro.
Rinegoziazione del canone e moduli
Gli accordi di rinegoziazione degli affitti modificheranno il canone ma non la scadenza, ed andranno registrati presso l’ufficio Dell’Agenzia delle Entrate: cosa serve?
- Scrittura privata tra locatore e affittuario da depositare entro 30 giorni dalla redazione e firma delle parti.
- Modello 69. (Lo trovi scaricabile sotto).
- Dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.
Il tutto da depositare all’Agenzia delle Entrate anche telematicamente. Si può contattare l’Agenzia al numero verde 800.90.96.96 o chiamare il numero fisso: 06/96.66.89.07 anche dal proprio cellulare.
Scarica il modulo per la rinegoziazione degli affitti
Il modello 69 per la rinegoziazione dell’affitto va compilato interamente esclusa la parte inziale a cui provvederà l’ufficio competente.
Grazie mille per tutte le informazioni molto utili
Non ero a conoscenza di tutte queste importanti informazioni! Ora ho le idee più chiare!
Un articolo molto interessante che interessa molto a mia sorella, le giro il link così saprà come fare con l’inquilino che non paga