Quello delle shopper personalizzate è un mercato in continua crescita che fa ben sperare circa le sorti del nostro pianeta. Si tratta di borse in tessuto che a mano a mano stanno sostituendo l’utilizzo dei sacchetti di plastica, inquinanti e difficili da smaltire. C’è stato un periodo in cui l’introduzione della tassa sui sacchetti monouso ha ingiustamente scatenato l’ira di una bella fetta di consumatori. Difficile comprendere le ragioni di tanto astio, quando il provvedimento è stato inserito per disincentivare l’uso dei sacchetti di plastica e dare una svolta alla salvaguardia del pianeta.
I sacchetti compostabili finti e l’utilizzo incontrollato della plastica monouso
Se pensiamo anche che il nostro Paese sia attanagliato da un mercato illecito di sacchetti “finti” compostabili tutti dovremmo ritenere questo provvedimento giusto e legittimo. Fortunatamente la polemica è durata poco, il tempo necessario ad abituarsi a spendere qualche centesimo di euro per portare a casa i beni alimentari confezionati nella plastica. Ciò che però è passato fin troppo inosservato è il messaggio che questo provvedimento avrebbe dovuto trasmettere: dobbiamo imparare a fare a meno della plastica monouso.
Perché usare le shopper al posto della plastica?
Le ragioni le conosciamo tutti. La plastica inquina, non è affatto facile da smaltire e ci avvicina pericolosamente al punto di non ritorno circa la salute del pianeta. La comunità scientifica lavora incessantemente per trovare soluzioni alternative di smaltimento, sebbene ad oggi tutti gli studi restano ipotesi da mettere in pratica. Aspettare che la scienza trovi la soluzione allo smaltimento della plastica è concettualmente sbagliato. Ciò che dobbiamo iniziare a fare oggi, da subito, è cambiare radicalmente le nostre abitudini di consumo. Basterebbe infatti imparare a fare a meno dell’usa e getta e mettere in pratica il concetto di riuso. Un esempio sono le shopper e le borse in tessuto. Esse avrebbero dovuto essere già oggi l’unico strumento con cui ci accingiamo a fare la spesa perché non inquinano e possono essere riutilizzate a vita.
Gli studi circa lo smaltimento della plastica
L’ultimo studio sul tema dello smaltimento della plastica ha diviso la comunità scientifica. Si tratta di una scoperta casuale a cura di una ricercatrice italiana con la passione per l’apicoltura. Essa ha notato che le tarme della cera, che comunemente infestano gli alveari, sono in grado di mangiare la plastica grazie alla produzione di un enzima con cui smaltiscono la cera d’api di cui si nutrono. Questa scoperta ha sollevato delle perplessità circa la fattibilità e le conseguenze dell’utilizzo delle tarme della cera per lo smaltimento della plastica.
La prima riguarda una pura questione numerica: vista tutta la plastica che sovrasta il nostro pianeta, quanti miliardi di tarme occorrerebbero per smaltirla? La seconda riguarda l’ecosistema. Immettere nel mondo miliardi di tarme infestanti, peraltro nemiche delle api, cosa comporterebbe per gli altri esseri viventi?Il team di ricerca è tutt’ora a lavoro e intende ricreare in laboratorio l’enzima che le tarme producono per digerire la plastica. Ad oggi però tutto è solo un’ipotesi.
Il mercato delle shopper: un trend che può salvare il pianeta
Le aziende più attente a questo delicato tema, infatti, hanno già provveduto ad inserire le shopper nella loro filiera o trai i gadget aziendali che regalano durante fiere o eventi. La shopper, infatti, è un omaggio sempre gradito e soprattutto utile. Sono borse pratiche, altamente personalizzabili e versatili. Possono essere usate per fare la spesa, per fare shopping o per tenere in ordine gli armadi. Le shopper personalizzate sono diventate un must-have anche presso palestre e centri benessere che le regalano ai propri clienti per riporre scarpe da ginnastica e ciabatte.
I grandi marchi, inoltre, hanno provveduto a creare shopper di tessuto di alta qualità tanto che queste possono arrivare a costare diverse centinaia di euro. Potete farvene un’idea su pipromotion.it, un portale molto fornito di shopper e borse personalizzate i cui modelli base costano meno di due euro e sono un modo razionale e pratico per porre fine all’utilizzo incontrollato dei sacchetti di plastica, oltre che un omaggio originale e gradito da chiunque lo riceverà.
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le borse shoppers sono un tormentone anche quest’anno e sono sincera mi piacciono un casino e personalizzate hanno quel qualcosa in più
Io ho una preferenza per le shopper in tessuto, da anni ne ho sempre 3 piccole con me e 2 grandi in macchina; i primi tempi quando tiravo fuori la mia borsa mi guardavano storto, ora che sono diffuse, non ci fanno più caso.
Anche io le preferisco molto quelle in tessuto
io ne ho una scorta di borse così in auto e di due misure così sono attrezzata per il tipo di acquisto che devo fare
in effetti molte donne hanno una scorta di borse sempre dietro
Mi piacciono tantissimo le borse in tessuto e personalizzate ancora di più!
Io ne porto con me minimo 3 shopper di stoffa, evito di comprare quelle che si rompono subito e salvo il pianeta
le shopper sono bellissime, mi piace molto l’idea della personalizzazione