Cenerentola è un classico della Disney ma la storia vera e antica della fiaba di Cenerentola risale a tempi molto lontani e, a quanto pare, sembra aver avuto origine in Egitto. Scopriamo insieme le diverse versioni della favola di Cenerentola partendo da quella originaria egiziana, nata circa nel 2000 a.C.
Cenerentola la vera storia antica della fiaba
La fiaba originaria di Cenerentola o Cinderella ha, come tutte le versioni che si sono susseguite in varie parti del mondo, dei punti cardini che si ripetono:
- Cenerentola è una figura femminile giovane che soffre ed è maltrattata, per poi riscattarsi alla fine della fiaba.
- Il suo riscatto e la sua salvezza sono dovuti sempre ad un intervento di natura magica.
- La nota scarpetta esiste in ogni fiaba anche se nelle versioni originarie non era in cristallo.
La versione originaria di Cenerentola in Egitto
La prima versione della favola di Cenerentola si deve agli egiziani che oltre a usi e costumi e a costruire piramidi ed imbalsamare mummie, ci hanno lascito in eredità fiabe e leggende.
Nella fiaba egiziana, risalente al periodo di Ahmose II, VI Secolo avanti Cristo, Cenerentola prende il nome di Radopi, nome che in lingua greca significa letteralmente “guance rosa”. Radopi è stranamente bionda con gli occhi chiari, di color verde. Anche la sua carnagione e chiara e le sue gote rosee. Per questo aspetto Radopi viene derisa in quanto in Egitto le schiave avevano pelle scura, occhi e capelli nero corvino. (Anche se in alcune versioni Radopi non è una schiava).
Nella storia Radopi è oberata di lavoro, tant’è che anche in questa versione della fiaba, quando giunge il giorno fatidico del gran ballo, non può parteciparvi. Ma mentre era intenta a ballare, per uno strano motivo ricevette in dono da un vecchio uomo benevolo: dei sandali dorati.
Ma mentre si trovava a lavare dei panni lungo le rive del fiume, un falco inviatole dal Dio Horus gli rubò uno dei sandali, e lo portò al Faraone.
Il Faraone lesse questo segno come divino e mandò i suoi uomini alla ricerca della proprietaria dell’altro sandalo dorato. Quando la trovarono, il Faraone se ne innamorò e la sposò. Un lieto finale dunque, anche per la versione originaria di Cenerentola.
Ma esistono molte versioni successive presenti in varie parti del mondo prima di giungere alla nostra tradizionale Cenerentola. Una di queste è la versione cinese. Storicamente, il Faraone Ahmose II, sposò veramente una cortigiana chiamata Radopi. Sembra che la storia sia in parte vera, e giunse a noi per mezzo di diverse fonti, tra cui quella di Esopo.
Cenerentola cinese
Ebbene si, esiste anche una Cenerentola cinese. Il suo nome è Ye Xian, anch’essa una fanciulla sfortunata rimasta orfana. Ye Xian, dopo aver perso prima la madre e, successivamente il padre, rimase sola in compagnia della sua cattiva madrina.
Nello stagno le apparve un magico pesce d’oro che divenne il suo amico fedele, ma in realtà, nel pesce d’oro si era reincarnata sua madre, l’eroina protettrice che aleggia, in un modo o nell’altro, in ogni versione di Cenerentola. La matrigna, per farle un dispetto, decise di uccidere il pesce d’oro e di servirlo in tavola per se e sua figlia.
Lo spirito della madre di Ye Xian le si manifesta e le consiglia di tenere la lisca. Arriva il giorno della grande festa, quella di primavera, ma la bella fanciulla non aveva nulla da indossare.
Sarà proprio la lisca dorata a rivelarsi magica e a donare a Ye Xian un bell’abito, un mantello di piume e delle scarpette che, come da tradizione cinese, saranno davvero piccole.
La giovane fanciulla cinese, secondo la tradizione popolare, aveva dei piedi minuti per via delle dolorose fasciature a cui le donne cinesi, per barbara usanza, erano sottoposte sin da piccole. Il principe si innamora della fanciulla che perde questa minuta scarpetta, e la fa ricercare nel suo regno. La trova e la sposa.
Le prime fiabe in Europa e Cenerentola
Nel mondo occidentale, le prime fiabe scritte vengono fatte risalire a Esopo, (tra esse “La Volpe e l’Uva” e “La Cicala e la Formica”), scrittore che visse in Grecia tra il VI e il VII secolo a. C.
Per quanto concerne l’Europa, le prime fiabe originariamente tramandate di generazione in generazione, sono solo in forma orale ma divennero finalmente degli scritti.
Nel 1550 fu pubblicata la raccolta di fiabe “Le piacevoli notti” dello scrittore italiano Giovanni Francesco Straparola. Quasi un secolo dopo, fu la volta del “Il racconto dei racconti (1634 – 1636) Di Giovan Battista Basile.
Il libro di Basile racchiudeva una raccolta di favole in dialetto napoletano e tra esse vi era “La Gatta Cenerentola” che rappresenta la versione occidentale di Cenerentola. In seguito, verrà riscritta da Perrault, diventando famosa.
La Gatta Cenerentola
In questo racconto che rappresenta l’anticamera della Cenerentola attuale, la storia è un po’ diversa. Cenerentola prende il nome di Zezolla e, al contrario della candida e buona protagonista della Disney, vessata e pressata dalla cattiveria, finisce, su consiglio della governate, per uccidere la cattiva matrigna chiudendole la testa in vecchio baule pesante e spezzandogli il collo.
Dopo la sua morte il padre di Zezolla sposerà la governante, una donna con 6 figlie, tenute celate, che si rivela per nulla buona.
La ragazza, maltrattata di nuovo, finisce per dormire tra le ceneri del focolare insieme al gatto della cucina, ed è da questo particolare che cambia il suo nome in la Gatta Cenerentola. Alla fine Zezolla o Cenerentola, se la caverà ancora una volta, grazie alla magia: quella che scaturisce da un dattero.
Sarà questo frutto che le permetterà di partecipare al ballo di corte con un bell abito, calzando ai piedi delle scarpette chiamate pianelle. Come in tutte le versioni di Cenerentola, la fanciulla, per un motivo fortuito, perderà la scarpetta. La storia termina con il classico lieto fine.
Quando nascono le fiabe come genere letterario?
In Italia, la fiaba occidentale, venne scritta e pubblicata per la prima volta. Ma si deve alla Francia la nascita della fiaba come “genere letterario” diffusosi tra il XVII e XVIII secolo.
Alcuni scrittori che frequentavano la corte del Re Sole (Lugi XVI) ne furono gli artefici:
- Marie-Catherine d’Aulnoy (1651-1705),
- Jeanne-Marie Leprince de Beaumont (1711-1780),
- Henriette-Julie deMurat (1668-1716),
- Charlotte-Rose de Caumont La Force (1654-1724).
- Ma soprattutto, va ricordato Charles Perrault (1628-1703), autore di una raccolta, I racconti di Mamma Oca che fu pubblicato nel 1697, ed include, diversi capolavori della letteratura fiabistica, tra i quali ricordiamo, ad esempio, Il Gatto con gli stivali, Pollicino, Barbablù e, come visto, Cenerentola.
Cenerentola dei fratelli Grimm
Nel 1812 nasce la versione di Cenerentola dei fratelli Grimm. La protagonista della fiaba si chiama Ashenputtel. La fanciulla perderà precocemente la madre e si ritroverà con una matrigna crudele, ed il padre in viaggio, lontano da casa. In questa versione della fiaba la fanciulla è aiutata da un arbusto nato da un seme di nocciolo, avuto dal padre che lo aveva trovato in un suo viaggio precedente.
Non vi sono fate, ne zucche, ne topini, ma è presente la magia del nocciolo che consente a Ashenputtel di procurarsi le scarpette in seta ed un abito per partecipare al ballo reale. Raccapricciante il fatto che la matrigna, pur di far calzare la scarpetta alle figliastre, le consiglia di tagliarsi i talloni o le dita dei piedi.
Il sangue che colora la scarpetta le smaschera e, l’arrivo di due colombe che le puniscono accecandole, indurisce il lieto fine, che comunque c’è.
Cenerentola quante versioni ci sono?
Difficile dare una risposta precisa sul numero di versioni di Cenerentola, ma tra antiche e più recenti, ve ne sono moltissime. Dai fratelli Grim a Perrault, la fiaba di Cenerentola o Cinderella gira tutto il mondo e, secondo la folclorista Marina Roalfe Cox ne esistono ben 345 versioni diverse.
Antecedente, nel 1951, la folclorista svedese Anna Birgitta Rooth pubblicò il suo Cinderella Cycle dove, in realtà, sembra che le versioni della fiaba presenti nella storia, siano più di 700. Cenerentola quante versioni ci sono?
Cero che al di la del numero di versioni, alcuni elementi sono comuni. L’infelicità di una ragazza maltrattata che rimane orfana di madre, e talvolta anche di padre. La presenza di una matrigna cattiva quasi sempre con dei figli in competizione con Cenerentola. L’elemento magico che, come nella fiaba tradizionale, arriva in aiuto sotto forma di fata, seme, lisca di pesce, nocciolo o altro.
Tutte le versioni della fiaba sono a lieto fine per Cenerentola, ma va considerato che alcune di esse, pur essendo a lieto fine, contengono elementi cruenti o doppi sensi, non adatti ad un pubblico infantile. Infatti, molte di queste versioni di Cenerentola non nacquero per i bambini, ma per un pubblico di adulti.
Dalla Cenerentola di Perrault a la fiaba di Walt Disney
La favola di Cenerentola di Perrault è, senza dubbio, quella che si avvicina di più a quella della Walt Disney. Nel racconto Cenerentola è aristocratica e gentile, e all’interno della narrazione sono presenti gli elementi tipici, dalla zucca, alla fata, fino ai topini cocchieri.
Non mancano la scarpetta e l’abito fantastico da principessa, ma vi è una differenza per quel che concerne il materiale delle scarpette di Cenerentola, nel racconto di Perrault erano “vair” ossia pelle di scoiattolo, ma per un errore di traduzione, divennero scarpette “verre”, ossia cristallo.
La funzione pedagogica
Le fiabe sono piene di simbolismi e contengono una morale. Quasi tutte, hanno un risvolto pedagogico profondo e una morale precisa, anche quando si rivelano cruente. Cenerentola, in molte delle versioni, racchiude la morale del “senso di sacrificio”: è attraverso il dolore e il sacrificio che si può raggiungere la felicità.
Conclusioni
La favola, ed il racconto classico di Cenerentola ha dovuto subire, nel corso dei secoli, un restyling profondo per poter giungere, com’è attualmente, al pubblico dei bambini. Storie di soprusi, maltrattamenti risvolti alla donna giovane, conflitti tra donne, ed anche omicidi, mutilazione e quant’altro, scene di sangue e di cattiveria gratuita, non sono e non erano adatte ad un pubblico infantile. Infatti, il racconto anticamente, era rivolto unicamente ad un pubblico adulto.
Interessante l’origine di questafiaba, mi piace sia la versione cinese che quella egiziana
Ciao non avevo idea ci fossero così tante versioni di questa favola, ben oltre 300 e alcune molte antiche