Sono davvero molti gli arbusti che necessitano di potature e rinnovo tra biancospino, tasso, tuje, alloro, rosmarino e simili, potremmo elencarne a decine, ma diciamo che in linea di massima, i modi per potare gli arbusti e rinnovare piante cresciute male sono molto simili per tante specie botaniche. Alcune sopportano interventi drastici di potatura, altre necessitano solo di potature leggere e graduali da realizzare in due o tre anni. Vediamo come potare gli arbusti in base alla specie botanica, considerando se sono latifoglie o sempreverdi.
Come potare e rinnovare gli arbusti e le siepi
Gli arbusti che sono stati trascurati e non potati per un po’ di anni, appaiono disordinati, spogli alla base, e più fitti solo nella parte alta, dove fioriscono. Alle volte è conveniente sostituirli con piante giovani, ma se si vuole conservare quelle esistenti, sarà necessario agire con potature severe per riordinarle e ringiovanirle, stimolando la nascita di nuovi rami bassi e fioriture omogenee.
Come potare piante e siepi a foglia caduta
Le specie a foglia caduca in modo particolare, sopportano bene anche potature drastiche specie quelle a sviluppo basitono come la Kerria Japonica, il Ligustro, l’Alloro, il Crespino, o la Deutzia ei Filadelfi,
Non possono invece essere sottoposti a potatura di rinnovamento totale quelle specie che emettono, alla base, pochi getti, come ad esempio il Maggiociondolo (Laburnum anagyroides) e tutte quelle piante che, come la ginestra dai splendidi fiori gialli, non possiedono gemme di sostituzione, ne quelle di sviluppo o gemme avventizie.
Gli arbusti a foglia caduca e crescita lenta, come l’Acero (utilizzato anche per i Bonsai), il Viburno, Evonimo, Biancospino, e simili, non necessitano di grandi potature, ma dell’eliminazione di rami vecchi, malati o secchi, sfoltendo un po’ la chioma e spuntando i rami più vigorosi.
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Come potare gli arbusti sempreverdi
Gli arbusti sempreverdi tollerano o meno potature drastiche in base alla specie, sia che si tratti di conifere, che di latifoglie, il discorso rimane il medesimo.
Il Pino Mugo, ad esempio può essere potato, ma solo leggermente, in quanto non sopporta interventi drastici. Ginepri, tuje, tassi e tra le latifoglie i rododendri, il lauroceraso e l’alloro, possono subire potature severe senza troppi problemi.
Una potatura drastica si rende necessaria quando si vuol ringiovanire la pianta o per porre rimedio ai danni causati dal freddo, dal gelo o dalla neve. Anche i periodi di estrema siccità possono danneggiare le piante da siepe e gli arbusti e richiedere delle drastiche potature, ma non solo, anche l’eliminazione dei rami vecchi serve a stimolare la pianta a rivegetare alla base.
Quando e come potare siepi ed arbusti
Gli arbusti che possono essere ringiovaniti vanno potati preferibilmente nel periodo invernale durante il riposo vegetativo o poco prima del risveglio, verso febbraio marzo. In questo modo si avrà una rapida ripresa primaverile.
Potature in 3 tempi
- Si interviene tagliando a 30 – 50 cm da terra i fusti principali e si eliminano alla base quelli deboli, secchi, malati, malformati o affastellati.
- L’anno successivo si eliminano parte dei nuovi getti diradandoli e lasciandone solo due o tre per dare vita alla nuova impalcatura dell’arbusto.
- Negli anni seguenti, si pota normalmente spuntando la pianta e eliminando rami vecchi o secchi.
Il rinnovo per piante a più fusti basali
Per le specie arbustive e da siepe che presentano più fusti basali, come ad esempio la deutzia, o la filadelfo o fiore d’angelo, che emettono diversi fusti basali tanti rametti ad essi ancorati, si può effettuare un rinnovo in due tempi.
- Il primo anno si eliminano i fusti basali troppo ramificati e deboli e si accorciano di molto, quasi al livello del suolo, solo la metà di quelli vigorosi.
- L’anno successivo, alla prima potatura, si ripete l’operazione, accorciando i fusti lasciti liberi di crescere l’anno precedente.
Potature e rinnovo dei sempreverdi
Per il rinnovo e la potatura dei sempreverdi si attende che finiscano il periodo di fioritura, per poi recidere tutti i fusti a qualche decina di centimetri da terra.
- L’anno successivo, si selezioneranno i rami migliori emessi da ciascun moncone.
- Dopo la potatura di rinnovo è necessario seguire con molta cura le piante e operare delle concimazioni organiche, pacciamature ed irrigazioni regolari che stimoleranno l’emissione di nuovi germogli. E’ bene poi considerare il tipo di terriccio per i rinvasi e scegliere il terriccio giusto per fiori, piante e arbusti, in base alla specie.
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