Siamo arrivati all’ultima fatica di Eracle, la dodicesima, quella che vede Ercole protagonista dell’ennesima impresa, in cui dovrà sfidare, a Micene, il guardano degli inferi, Cerbero, un mostro con tre teste. La fatica precedente di Ercole lo vedeva impegnato nella conquista dei pomi dorati, sacri ad Afrodite. Come spesso accade nelle dodici fatiche di Ercole, l’eroe si trova a dover affrontare difficoltà e mostri di ogni genere ma, alla fine, ne esce sempre vincitore, una metafora questa, che potrebbe ispirarsi alla vita in genere. Vediamo cosa accade nella dodicesima fatica di Eracle e come l’eroe affronta Cerbero il guardiano degli inferi o cane a tre teste.
Dodicesima fatica di Eracle: Ade ed il cane a 3 teste, Cerbero
Tra le richieste di Euristeo si colloca anche quella che vede Eracle sfidare il cane a 3 teste Cerbero messo di guardia al mondo degli inferi. Per riuscire nell’impresa Eracle si recò dal Dio degli inferi e dell’oltretomba Ade, figlio di Crono e Rea, chiedendogli se gli concedeva il permesso di provare a domare Cerbero.
Cerbero era un cane a 3 teste, uno grande coda di drago e, sulla sua schiena, spuntavano tante teste di serpente pronte a mordere ed avvelenare ogni suo nemico.
Per poter accedere all’oltretomba era necessario che Ercole si purificasse per avere ucciso i Centauri, nella sua precedente fatica. Andò a Eleusi, e si purificò; poi tornò pronto a compiere la sua impresa.
Il patto era, nel tentativo bizzarro di Eracle, di voler domare il cane mostruoso di dimensioni notevoli, senza utilizzare le armi. Ade e la sua sposa Persefone, acconsentirono.
Iniziato il suo cammino nell’oltretomba, le ombre dei morti, impaurite, scapparono, tranne Medusa. L’eroe, da prima titubante, si preparò a combatterla, ma capì che si trattava solo di un fantasma innocuo. Durante il suo percorso nel regno dei morti, incontrò Teseo e Piritoo, entrambi intrappolati nell’Ade. Riuscì a trarre in salvo Teso, riportandolo sulla Terra.
Affrontò Cerbero con coraggio, balzandogli in groppa e stringendone il collo, proteggendosi con una pelle di leone. Il cane a tre teste riuscì a morderlo ma poi sfinito, si arrese: era domato!
Come sempre accade nelle fatiche di Eracle, anche questa volta la furbizia lo aiuterà nel suo intento: Eracle riuscì a domare Cerbero il cane a 3 teste e poté tornare vincitore da Euristeo mostrandogli la belva domata.
Le dodici fatiche erano compiute, ed ora finalmente, l’ira di Era era placata.
I racconti di Ercole e le Eraclea
Eracle fu uno degli eroi della mitologia greca più apprezzato per astuzia e furbizia, due qualità che gli permisero di vincere le sue “fatiche”. I 12 racconti o fatiche di Eracle sono stati scritti separatamente e poi riuniti, successivamente, in un unico volume, chiamato Eraclea, (Eracleia) scritto intorno al 600 a.C. dallo scrittore Pisandro originario di Rodi. Purtroppo il volume che riuniva le fatiche di Ercole è andato successivamente perduto.
Curiosità: significato di Cerbero
Da questo dodicesimo racconto di Eracle e dalla storia dell’indomabile cane a 3 teste Cerbero, si comprende perché nel linguaggio comune, si usa dire ad una persona scorbutica ed indomabile che è un “Cerbero”: ossia, persona intrattabile e sgarbata ma anche guardiano e custode, colui che esercita il suo ufficio con rigore e dedizione.
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