La fertilità è in forte calo e con essa la capacità di concepire i figli. Oltre a fattori ambientali, ormonali, interferenti endocrini e scarsa possibilità di realizzarsi lavorativamente prima di una certa età contribuiscono al calo delle nascite concetti sbagliati in relazione alla reale età anagrafica e alla possibilità di concepire dei figli. Si crede, a torto, che fino ai 40 anni sia possibile concepire. In realtà la scienza dimostra ampiamente che i periodi di massima fertilità per donne e uomini senza nessun problema fisico si riducono a pochi anni e ovviamente questi anni rientrano nell’età giovanile. Ma vediamo nel dettaglio qual è il periodo anagrafico migliore per le donne per concepire e fino a quando gli uomini hanno un tasso di fertilità elevato.
Età Fertilità e nascite: qual è l’età media?
Secondo la scienza l’età di maggior fertilità per le donne va dai 20 ai 30 anni fino ai 32 circa, dopo di che la fertilità diminuisce da un rapporto di 1/4 a 1/8. Dopo i 35 anni le donne perdono una preziosa parte delle possibilità di poter concepire un figlio, statistica che sembra scendere vertiginosamente, dimezzandosi, quando ci si avvicina ai 40.
In genere dopo un anno di tentativi di avere un figlio andati a vuoto, i medici consigliano di sottoporsi a visite ed esami. L’85 % delle coppie riesce a concepire un figlio entro un anno. L’OMS come riportato dal sito ISS parla di infertilità dopo 24 mesi di tentativi.
Ricordiamo che dai 40 anni ai 50 anni la maggior parte delle donne entrano in menopausa. Superati i 30 anni, poi, intervengono fattori di salute con aumento di fibromi ed endometriosi, problematiche che inficiano sulla fertilità femminile.
Tasso di natalità ed età materna secondo l’Istat
Detto questo, però, secondo i dati Istat dal 2019 a l 2022 sembra che l’età media delle donne che partoriscono si attesti intorno ai 32 – 33 anni per le donne italiane (35 uomini) e si sposti verso i 28 – 29 anni per le donne straniere.
Si registra il maggior tasso di natalità percentuale tra i 26 e i 36 anni materni nel 2019; dato che sale a 27 – 37 al 2021 e a 28 – 38 al 2022 con lievi flessioni tra nord, sud, centro ed isole.
Praticamente passano gli anni e si fanno i figli sempre più tardi e sempre meno. La fascia di età dei 43 anni passa dal 3,5 % del 2019 a ben l’8,7 % del 2022. Mentre quello delle 44enni passa da 1,7 a 5,6 % circa (2019/ 2022).
Ricordiamo anche che la gravidanza ed il parto sono fattori influenzati oltre che dalla natura, dalle implicazioni mediche come fecondazione assistita, gravidanze a rischio, con maggior monitoraggio e nascita attraverso cesareo in tarda età.
Età media massima fertilità donne
In sostanza, le donne hanno un picco di fertilità riconducibile all’età che va dai 20 ai 25 anni. Questo picco tende a scendere leggermente dai 25 ai 30 anni per poi calare sempre più in fretta negli anni a seguire. Quindi pensare di fare i figli a 35 anni non è di per se un concetto sbagliato, ma è bene sapere che la natura, in tal senso, è abbastanza severa e non sempre premia la volontà dei “futuri genitori”.
Età media massima fertilità uomini
Anche per gli uomini la massima fertilità si raggiunge dai 20 ai 35 anni dopo di che si assiste ad un lento e progressivo calo. Dopo i 40 anni si assiste ad un calo più significativo di fertilità maschile.
A tutto ciò contribuiscono nono solo l’età anagrafica ma anche lo stile di vita, l’ambiente e gli interferenti endocrini in grado di alterare la funzionalità ormonale. Ci sono poi altri fattori in grado di influenzare la fertilità umana, sia maschile che femminile: vediamo quali sono!
Quali sono i Fattori che influenzano la fertilità?
Sono diversi i fattori che possono influenzare la fertilità e tra essi alcuni li abbiamo già citati, come ad esempio gli interferenti endocrini. Ma oltre a ciò anche altri fattori e situazioni possono incidere sulla fertilità maschile e femminile tra essi:
- Situazione lavorativa precaria: Lo stress lavorativo, l’incertezza economica e la difficoltà a conciliare lavoro e vita privata possono avere un impatto negativo sulla fertilità. Come accennato in questo articolo “Difficoltà dei giovani a costruirsi una famiglia” il lavoro stabile ha un ruolo molto importante sulla posticipazione dei giovani al formarsi una famiglia.
- Interferenti endocrini: Sostanze chimiche presenti in alcuni prodotti come plastica, pesticidi e cosmetici (saponi e creme) possono interferire con il sistema ormonale e influenzare la fertilità.
- Malattie sessualmente trasmissibili: Alcune malattie sessualmente trasmissibili possono danneggiare le tube di Falloppio o l’utero, rendendo difficile la gravidanza. Ma la sterilità indotta può comparire anche in giovane età. Altri fattori che influenzano la fertilità sono l’endometriosi, i fibromi ed ovviamente i tumori. Nell’uomo invece la Parotite ed infezioni possono indurre sterilità, nonché trattamenti chemioterapici e alcuni farmaci.
- Stile di vita: Fumo, alcol, droghe e obesità possono ridurre la fertilità.
Italia e natalità in calo
Sebbene alcuni paesi europei, come la Francia e la Germania, non segnino un preoccupante tasso di denatalità, l’Italia è, in tal senso, un vero fanalino di coda in Europa.
In Italia, il tasso di natalità è in calo da decenni. Nel 2022, il tasso di natalità totale è stato di 1,29 figli per donna, ben al di sotto del livello di sostituzione (2,1 figli per donna). Ma la situazione è diversa da regione a regione anche in virtù appunto delle prospettive di vita e della possibilità di trovare un lavoro e “sistemarsi”.
La Sardegna una regione dove non nascono bambini
Vi è un’inversione di rotta in Italia anche a livello di mentalità giovanile rispetto alla formazione di una famiglia e dell’avere dei figli. E’ innegabile che spesso le situazioni contingenti inducano a ritardare o rinunciare all’entrata di un figlio in famiglia.
Regioni col più basso livello di natalità sono: Liguria (6,9), Sardegna (7,1), Molise (7,2), Basilicata (7,3). La Sardegna è ad oggi quella con il minor tasso di natalità che si attesta allo 0,5 figli al 2022 sempre secondo i dati Istat. Tra le cause di questo calo troviamo:
- Spopolamento: La Sardegna è una regione con un alto tasso di emigrazione, soprattutto tra i giovani.
- Precarietà del lavoro: Il lavoro in Sardegna è spesso precario e mal pagato, con scarse possibilità di carriera.
- Costo della vita: Il costo della vita in Sardegna è relativamente alto, soprattutto per quanto riguarda l’affitto e gli immobili.
- Difficoltà di accesso ai servizi: In alcune zone della Sardegna è difficile accedere a servizi essenziali come asili nido e consultori.
Il Trentino Alto Adige con natalità vicino al 2 in crescita
Mentalità, situazione lavorativa e stato di salute, incidono sensibilmente, così come incide il supporto che le famiglie hanno dalle Istituzioni in questa delicata fase della loro vita. Infatti, tra le regioni che segnano un tasso di natalità in crescita si colloca Il Trentino Alto Adige per i motivi che andremo a vedere:
Il Trentino-Alto Adige è una delle poche regioni italiane con un tasso di natalità in crescita, con un valore di vicino al 2 nel 2022 (9,9 per 1000). Le cause di questo trend positivo sono:
- Politiche di sostegno alla famiglia: La regione offre diverse politiche di sostegno alla famiglia, come congedi parentali retribuiti, asili nido gratuiti presenti su tutto il territorio e nelle stesse strutture lavorative. Inoltre viene erogato un bonus bebè.
- Tasso di occupazione femminile elevato: Il Trentino-Alto Adige ha un tasso di occupazione femminile elevato, con molte donne che riescono a conciliare lavoro e vita privata.
- Benessere economico: La regione ha un alto livello di benessere economico, con un basso tasso di disoccupazione e un buon livello di salari.
- Qualità della vita: Il Trentino-Alto Adige offre una elevata qualità della vita, con un ambiente sicuro e pulito, paesaggi montani mozzafiato e numerose attività per il tempo libero.
Come invertire la tendenza della denatalità
A livello politico si parla tanto di questo argomento, ma ben poco si è fatto, sebbene sia sufficiente analizzare il territorio per comprendere cosa andrebbe fatto per invertire la tendenza e favorire una ripresa della natalità agendo su diverse fonti, tra essi:
- Politiche di sostegno alla famiglia: promuovere politiche che favoriscano “effettivamente” la conciliazione lavoro-famiglia, come congedi parentali retribuiti, asili nido gratuiti per tutti e bonus bebè.
- Lotta contro la precarietà del lavoro: creare lavoro stabile e ben pagato, soprattutto per i giovani.
- Riduzione del costo della vita: intervenire sul costo della vita, soprattutto per quanto riguarda l’affitto e gli immobili.
- Miglioramento dei servizi: migliorare l’accesso ai servizi essenziali per le famiglie, come asili nido e consultori.
- Sensibilizzazione: promuovere campagne di sensibilizzazione sull’importanza della fertilità e sui fattori che possono influenzarla inclusa la reale conoscenza da parte dei giovani, sin dalle scuole, di quali sono le fasce di età idonee alla riproduzione.
Il calo delle nascite è un problema complesso legato dunque a “età fertilità nascite” volute o meno, che richiede soluzioni multifattoriali. Intervenendo su diversi fronti, è possibile invertire la tendenza del calo della natalità e tutelare questo bene prezioso per il futuro del nostro paese.