Anticamente non esisteva la stampa ma l’opera manuale degli scribi. La parola amanuense deriva dal latino “servus a manu” (servo di mano) colui che scriveva codici e miniature, realizzando antichi libri a mano. Principalmente questa attività veniva svolta nei conventi ad opera dei monaci.
Gli amanuensi, i codici e miniature antiche e i monaci scribi
I monaci scribi trascorrevano gran parte delle loro giornate rinchiusi nello scriptorium, una stanza in cui vi era una buona qualità di illuminazione in grado di garantire ottima visibilità per più ore al giorno. In Calabria, ad esempio, fu fondato, dal romano Flavio Magno Aurelio Cassiodoro il Monastero di Vivarium dedicato, appunto, allo studio della scrittura.
Ora et labora era la regola monastica degli amanuensi
Ora et labora, era la regola degli antichi ordini monastici, sia che si trattasse di benedettini che di francescani. Vigeva l’impegno, come regola per il monaco, il quale si districava tra gli impegni ed i servizi della giornata, in varie attività che includevano anche la preghiera.
Nella pace e nel silenzio dei monasteri si crearono veri e propri centri di copiatura e trascrittura di testi antichi che grazie ai monaci e alla loro infaticabile opera pervennero e sopravvissero alla decadenza del tempo e alle invasioni barbariche numerosi testi della cultura greca e romana.
I manoscritti antichi
Gli amanuensi, dal latino amanuensis, (ossia persone che scrivono a amano) lasciarono una ricca eredità culturale al mondo intero. I manoscritti erano in genere dei testi molto voluminosi, grandi di dimensione alti anche oltre i 40 centimetri.
La carta su cui scrivevano era la pergamena, pelle di pecora o di agnello, lavorata in modo tale da essere ridotta allo spessore di un foglio.
Manoscritti codici e miniature: la divisione dei ruoli
L’opera complessa portò alla nascita di varie specializzazioni. Alle operazioni di scrittura si accompagnavano quelle di decorazione ed ornamento: veri e propri dipinti e miniature che adornavano il frontespizio del libro e l’inizio di ogni paragrafo, incorniciando, spesso anche le pagine.
Per dipingere i manoscritti antichi si usava polvere d’oro e argento disciolta in acqua mista a gomma. Il vocabolo miniatura deriva proprio dal “minio” una polvere di colore rosso che si ricavava dal piombo e che a contatto con l’aria assumeva un’intenso color porpora.
La rilegatura
Terminate le operazioni di scrittura e pittura dei testi era necessario rilegarli in un unico grande libro. La rilegatura dei manoscritti veniva effettuata in modo manuale usando delle barrette di legno per i dorsi e procedendo alla cucitura a mano. Successivamente, quando si intensificò la produzione di scritti si ricorse alla cucitura attuata in maniera meccanica attraverso l’uso di un apposito telaio.
I manoscritti antichi codici e medioevo
Il medioevo ha segnato il passaggio da un mondo più arcaico ad uno sempre più evoluto. Tra case torri medievali, castelli e costruzioni antiche, abbigliamento medioevale e attività commerciali e di pastorizia, nasce dunque anche la “cultura del manoscritto”. Aprendo uno di questi antichi scritti si respira pienamente l’atmosfera del Medioevo e dei Monasteri medioevali.
Nelle miniature che il tempo ha conservato per noi troviamo il silenzio monastico, l’umiltà della gente, la capacità artistica dei monaci, la pazienza, l’estro, la santità: monaci senza nome che vivevano lavorando e che intendevano questo lavoro come una continua preghiera. Nelle pagine antiche e spesse troviamo la fatica dell’operatore, il disagio di agire e lavorare in condizioni difficili.
Caratteri gotici e testi sacri ma anche manuali di studio
Nella tradizionale scrittura a caratteri gotici è impossibile non farsi catturare dalla minuziosità, dell’instancabile pazienza e dalla dedizione che ha permesso la produzione di testi sacri, libri liturgici, trattati per la preparazione professionale degli ecclesiastici, codici e altro.
Oltre ai codici vi fu un’ ampia produzione di veri e propri manoscritti che vennero prodotti ad uso degli studenti universitari, e dei professionisti delle città. Si tratta in questo caso, di libri dalle dimensioni minori, più agili da trasportare e consultare.
Negli antichi codici, oltre allo spazio per le miniature e per i l testo, viene lascito un ampio posto per il commento, ed esattamente, tutta la parte esterna del foglio, mentre il testo veniva riportato su due colonne poste al centro della pagina.
Spesso i monaci amanuensi erano esonerati dalla preghiera perché tale attività di scrittura assorbiva l’intera giornata. In fondo, scrivere, decorare e studiare, costituivano un modo diverso di pregare e riconoscere la grandezza di Dio attraverso la dedizione.
non conoscevo queste notizie grazie per il tuo ottimo articolo
Molte di queste notizie me le ricordavo dai libri di storia che ho avuto modo di studiare ma ci sono anche altre libri di storia che ho avuto modo di studiare ma ci sono anche altre informazioni molto interessanti
Delle notizie nuove per me ma che ho trovato davvero interessanti
Visti anche dal vivo, un’esperienza unica del genere. Sono pochissimi i monaci che si dedicano ancora a questa tipologia di libri, un vero peccato.
Mi hanno sempre affascinato i libri antichi scritti dai monaci amanuensi. Questa estate ho avuto la fortuna di poter vedere da vicino un prezioso CODEX in Calabria.