La sensibilità è un dono: ma essere sensibili, avere un’empatia dilatata e non sapere come gestirla, non aiuta a vivere bene. Cos’è l’empatia? Come gestire le emozioni?
Alcuni psicologici e, in particolar modo l’autrice del libro il dono delle persone sensibili di Nicoletta Travaini, ci indicano come gestire la propria sensibilità, insegnando le tecniche per convivere bene con una sensibilità eccessivamente acuita. Se infatti, vivere con una persona sensibile non può che giovare, essere ipersensibili espone l’individuo ad uno stress elevato che può danneggiare la sua salute fisica e mentale.
Una forte sensibilità ed una grande empatia costringono l’individuo a vivere costantemente con una finestra aperta dove entrano emozioni e stati d’animo dal mondo. Uno specchio “della verità” che non lascia scampo ai mentitori e alla cattiveria, un dono che può rendere infelici, ma che, se usato bene, apre le porte a delle realtà inaspettate: l’ipersensibilità individuale però, ha necessità di trovare un centro di equilibrio.
Il dono delle persone sensibili: di Nicoletta Travaini
Nicoletta Travini è una psicologa e psicoterapeuta specializzata in psicosomatica, ed è una persona ipersensibile. per Questo motivo ha ritenuto utile sviluppare, nel tempo, una guida pratica che aiutasse le persone ipersensibili ha capirsi e a conoscersi. Per prima cosa il libro rende coscienti che essere ipersensibili non è un difetto, ma anzi, un grosso pregio.
Come gestire l’ipersensibilità
L’ipersensibilità ci avvicina al mondo interiore delle persone, ci rende capaci di comprenderle al di la di ciò che viene mostrato. Ma allo stesso tempo l’ipersensibilità svela anche lati oscuri e negativi degli individui: ha facile avvertirne la falsità e questo porta inevitabilmente ad una sorta di auto isolamento. Pochi amici, scelti accuratamente nel tempo, è tanta diffidenza vero il mondo comune. Una tattica che serve alla persona ipersensibile a proteggersi e a soffrire di meno.
Ma chi è Nicoletta Travaini? Come abbiamo visto è una specialista del settore ed è inserita nella lista internazionale di terapeuti esperti nel lavoro con le persone altamente sensibili. Ha diversi studi privati distribuiti in Italia, e lavora in varie strutture sanitarie. Ha fondato il progetto Ipersensibilità ed Alta sensibilità” ed un sito web www.ipersensibili.com.
Le persone sensibili ed il dono
L’autrice parla di un “dono”. Le persone sensibili hanno infatti, delle caratteristiche fuori dal comune e questo rappresenta un dono per chi le circonda. Sono portatrici di capacità cognitive superiori alla media e di competenze emotive in grado di arricchire gli altri e di portargli sostegno. Ma la pressione delle emozioni forti può divenire devastante e dunque è necessario imparare ad anticipare i propri limiti, questo perché oltre ad una spiccata emotività ed empatia le persone sensibili hanno un intelligenza superiore alla media ed un cervello molto attivo: forse troppo!
Conoscersi aiuta dunque a imparare a gestire se stessi. Gli studi attuali e la scienza dichiarano che circa il 20 % della popolazione, ossia una piccola minoranza, sia composta da persone altamente sensibili. L’ipersensibilità è riscontrabile anche in alcune specie animali e dunque, se ne trae la conclusione che si tratti di una caratteristica su base biologica. In Italia se ne parla molto poco, i principali studi si sono svolti in USA, in Germania ed in Francia.
Imparare a gestire le emozioni
E’ necessario rendere l’ipersensibilità il centro del proprio equilibrio. E’ importante imparare a gestirla per non avvertirla come una debolezza che non consente i di vivere felici. L’elevata selettività, ed il “disgusto”, insieme alla “paura” (sensazione che si prova di fronte ad un piatto non buono) o ad una situazione di pericolo o di disturbo, porta ad una chiusura necessaria ed indispensabile. Allo stesso modo essere recettivi induce a considerare le emozioni altrui in maniera ingrandita, talvolta persino in maniera superiore rispetto alla persona che la prova. Le persone ipersensibili amano molto e soffrono molto per se stessi e per gli altri.
Imparare a dire NO
Uno dei problemi principali delle persone ipersensibili è l’incapacità di saper dire NO!. Dire No, imparare a farlo sempre di più, è un modo per riuscire a fare un ampio contenimento delle richieste numerose che ci arrivano dall’esterno. Purtroppo la cultura e la società hanno attribuito al NO la paura ed il concetto di “essere esclusi” questo riguarda moltissime situazioni.
Quindi nonostante la cultura sociale imponga un organizzazione a suo modo costruita nel tempo, l’ipersensibile ha necessità di imparare a contrapporsi alle richieste sociali e private. Per alcuni individui il NO velato o non, è all’ordine del giorno, ma per gli ipersensibili ogni NO accende al spia del “senso di colpa”.
E’ facile comprendere come i soggetti denominati HSP siano sottoposti ad uno stress emotivo enorme che li espone alla tristezza e alla chiusura. L’introversione aiuta a proteggersi e diviene un valido scudo.
Empatia e dolore: cos’è l’empatia
Abbiamo parlato di Empatia molte volte e in molto articoli. Che il concetto empatia conduca inevitabilmente all’interiorizzare maggior dolore è evidente. Ma bisogna tentare dunque, di ridurre la percezione di questo dolore e ridurre quindi la capacità empatica di avvertire, in modo esagerato, il dolore dell’altro. Una sana empatia senza eccessi costituisce la via giusta per vivere più serenamente e con minor stress, in quanto più si è empatici più si è stressati. Ma vediamo quali sono i tipi fondamentali di empatia?
- Empatia cognitiva, concettuale, che si lega agli stati emotivi degli altri e comprenderne stato d’animo e punti di vista. E’ presente la comprensione delle emozioni altrui ma non un’innato stato di compassione che è quello che ci allerta facendo nascere il desiderio di aiutarla.
- Empatia affettiva, che riguarda la sensibilità e la condivisone dello stato emotivo altrui, Si percepisce la difficoltà, la si comprende ed essa genera emozioni in noi che inducono alla comprensione e all’aiuto. E’ molto più profonda dell’empatia cognitiva.
- Cura empatica, sensibilità empatica: quest’ultima è la più profonda tra le tre citate ed impone involontariamente uno stato di sollecitudine rivolto verso “l’altro” in difficoltà. E’ quella che consente di percepire le emozioni altrui dentro di noi, e soffrire come l’altro imponendoci di attivarci per porgere aiuto.
Si tratta di tre componenti davvero molto diverse tra loro, che vengono gestite da circuiti di natura neuropsicologica completamente differenti. Alcune persone ne possiedono una parte, altre li possiedono tutti e tre e sono una minoranza di soggetti. Una maggior empatia è legata ad una maggior Intelligenza emotiva.
L’empatia si sviluppa in maniera naturale negli anni che vanno dalla nascita all’adolescenza. Molto dipende da come i nostri genitori ci insegnano a percepire e manifestano le loro emozioni nei confronti di noi stessi e del mondo in genere.
Apprendere come provare empatia da adulti è davvero molto difficile anche se trattamenti di questo genere vengono effettuati nelle carceri su soggetti che hanno compiuto dei crimini gravi. I serial killer sono soggetti che non provano nessuna empatia nei confronti delle loro vittime. Sono degli psicopatici, irrecuperabili.
La reattività e le patologie
L’eccessiva reattività e la percezione amplificata delle situazioni e degli stati d’animo altrui, induce l’organismo mentale e fisico ad un lavoro eccessivo. lo stress, com’è risaputo, può favorire l’insorgenza di malattie. L’intestino, ad esempio, è il secondo cervello del corpo umano, in esso vengono catapultati gli stati emotivi e lo stress. L’intestino si fa carico di gestire emozioni, stati d’animo e sensi di colpa. Ma non è solo solo organo a trarne danno. Responsabile di tutto ciò, e ancor di più nelle persone ipersensibili è l’amigdala, una piccola parte del cervello che ha a che fare con il cervello e le emozioni.
Alcuni studi hanno avanzato l’ipotesi che alcuni comportamenti comuni, come ad esempio la timidezza, siano collegati ad un ipersensibilità dell’amigdala che determina un rilascio eccessivo di cortisolo ben noto come l’ormone dello stress. Alcune tecniche di focalizzazione mentale e la Mindfulness protocollo MBSR aiutano a ridurre lo stress grazie alla consapevolezza. Il problema inverso, l’esatto contrario dell’ipersensibilità è la mancanza di empatia e l’Alassitimia, ma qui ci addentriamo in un’altro campo.
Ipersensibilità: Multitasking, Quoziente intellettivo, iperefficienza mentale
L’ipersensibile non è solo una persona che sente e soffre di più ma anche un soggetto con una capacità cognitiva ed elaborativa diversa. Il cervello dei dei PAS (Persone Altamente Sensibili) sembra sia in grado di processare più stimoli in modo contemporaneo, ossia è multitasking. Ma svolgendo più attività contemporaneamente ed essendo vigili a molto stimoli esterni, si rischia di raggiungere uno stato di over-arousal. Dunque, il cervello ipersensibile riesce a processare contemporaneamente più informazioni e a gestire più attività, ma deve farlo entro un limite numerologico e temporale. Da qui la necessità di imparare a dosarci in ipo ed iper stimolazioni.
In altri termini con il Multitaskin si gestiscono contemporaneamente più informazioni nello stesso momento, ma peggioriamo il livello di efficienza, dunque è necessario distinguere quali sono le esigenze e le attività più rilevanti da gestire. Gli studi scientifici svolti, dunque, hanno rilevato una relazione tra ipersensibilità e iperefficienza mentale. l’iperefficienza va domata, controllata, gestita. L’ipersensibile è iper vigile, attento intuitivo, è sempre un passo avanti agli altri nell’intuire azioni, pensieri, evoluzioni, e quant’altro: non ha tregua!
Tutto, Tanto e Sempre
Il motto dei PAS è tutto, tanto e sempre. TUTTO perché sentiamo ogni cosa, TANTO perché ogni stimolo viene percepito in modo eccessivo ed amplificato, SEMPRE, in quanto siamo continuamente in attività fisica e mentale fino ad arrivare allo sfinimento. Se ne evince una maggior tendenza alla sovra-stimolazione e al sovraccarico. Divenire consapevoli del proprio limite e imparare ad anticiparlo giova molto alle persone ipersensibili.
Il libro: una guida pratica per il controllo della sensibilità
Come afferma l’autrice del libro: gli ipersensibili non sono strani: sono speciali! Un libro dunque che aiuta a comprendersi e a comprendere i PAS ed insegna a gestire, attraverso test, schede, racconti e dati scientifici, questa caratteristica in cui, molte persone potrebbero riconoscersi. Io stessa, come l’autrice del libro sono una persona ipersensibile ed il libro mi ha aiutato a comprendere alcuni risvolti della mia personalità. Uno dei libri di oggi che ritengo molto utile in quanto contribuisce a raggiungere una “zona di controllo” per trarne benessere mentale e fisico.
Il dono delle persone sensibili è una guida pratica per fare dell’ipersensibilità il nostro centro di equilibrio. Di Nicoletta Travaini libro edito dalla Red edizioni.
un tema delicatoe a volte molto trascuratmi hai fatto venir voglia di leggerlo
Ciao mi hai aperto un mondo e dato consigli su un tema molto delicato, mi hai incuriosito e prenderò il libro
Un libro interessante con questo tema difficile assolutamente da leggere.
Io sono abbastanza sensibile e emotiva. Devo leggere questo libro.
[…] Com’è il vostro sguardo, e come vi vedete allo specchio? Riflette la vostra anima profonda sia essa gentile o austera, perfida calcolatrice o empatica e sensibile? […]
[…] emozioni e sensazioni in maniera amplificata e soffrono in ugual misura. Ne abbiamo parlato qui: la sensibilità è un dono: gestire l’ipersensibilità attraverso un libro. (Ve ne consiglio la […]
[…] persone, mettendo da parte i pregiudizi e i condizionamenti, può aiutare molto in tal senso, ma sensibilità empatica e ipersensibilità si formano e crescono con noi, non si acquisiscono profondamente in età […]
[…] suo animo sensibile le faceva apprezzare le bellezze della vita, il mondo, tutto. Adorava gli animali e si commuoveva di […]