Dopo la pandemia lo smart working è diventato più comune anche qui in Italia. Alcuni amano molto questa forma di lavoro. Consente di alzarsi più tardi, rimanere a casa evitando il traffico delle grandi città, permette di organizzare il lavoro come meglio si crede: ma è tutto oro ciò che rappresenta lo smart working? In realtà no. Per alcune categorie e, nello specifico quelle femminili, lo smart working, o lavoro da casa diventa stressante e oggetto di ulteriore aggravio delle mansioni della donna. Ma scopriamo quando lo smart working diventa stressante.
Quando lo smart working diventa stressante
Va detto che lo smart working è senza dubbio una fonte utile di lavoro svolto in maniera alternativa che permette di ottimizzare il lavoro. Ma Questo accade se si è single o se in casa, pur vivendo in coppia o con famiglia, generalmente non si svolgono altre mansioni e si delega la gestione della casa e dei figli (se vi sono) ad altre persone.
Ed è proprio da qui che vogliamo partire. Si parla tanto di parità di genere ma nel 90 % dei casi la donna lavoratrice che lavora da casa o fuori casa non riesce a svincolarsi da tutte le incombenze familiari. Ma quando si lavora a casa ciò che spesso accade è davvero stressante per la donna.
Lavorare da casa per le donne con famiglia
Se è vero che in alcuni casi lavorare da casa risulta essere davvero comodo per uomini e donne, vi sono poi tutte una serie di situazioni in cui o stress che deriva dallo smart working è connesso ad abitudini familiari in cui si tende a riversare ogni tipo di incombenza sulla donna.
Il telefono squilla; la donna risponde. Il citofono suona, la donna va ad aprire. C’è da fare il pranzo la donna provvede. C’è un lavatrice da attaccare, i panni da stendere, la cena da mettere su… il bambino che piange e chiede attenzione. In tutte queste mansioni citate (ed anche in altre), molto spesso interviene la donna.
Durante la pandemia mio figlio fece diversi esami online e anche in quelle situazioni alcune delle sue professoresse si sono ritrovare a fare gli esami con i bambini che richiedevano la loro attenzione disturbando l’esame.
La cosa grave, a mio avviso, è che queste donne non erano sole in casa, c’erano i mariti che non stavano lavorando. e avrebbero dovuto occuparsi dei bambini senza attendere l’urlo e la richiesta d’aiuto che è inevitabilmente arrivata.
Ma si sa, nella maggior parte delle famiglie, spesso, il punto di riferimento dei figli piccoli, ma anche di quelli grandi, sono le mamme. Non è scontato, e neanche giusto che sia così, ma spesso accade questo. Nella vostra non è così?
La mia esperienza di lavoro da casa
So che tra quelli che leggeranno vi saranno una marea di negazionisti. Chi non vuole vedere, non vede. E’ da sempre così e sempre sarà così. Quindi inutile aspettarsi che tutti riescano a calarsi nella situazione citata dello smart working al femminile e nell’esempio di alcune professoresse dell’università la Sapienza di Roma.
Sicuramente ci sono e ci saranno sempre delle eccezioni, ma in linea di massima, la situazione è quella citata. Lavoro da casa da vent’anni e ho sempre dovuto dividermi tra il lavoro in smart working, la casa e la famiglia.
Alle volte lavorare da casa ti da la sensazione che gli altri pensino che tu non lavori: ma non è così. A fine mese e anche durante il mese stesso, i soldini entrano, perché qualcuno ha lavorato. Qualcuno si è seduto alla scrivania ed ha prodotto.
Qualcuno che però, contemporaneamente, ha risposto al telefono, ricevuto il terzo fattorino del giorno (per i figli) al cancello, preparato il pranzo, pulito la casa, lavato e steso i panni, e tutto questo, ovviamente, con enorme aggravio e stress.
Personalmente, e non esagero, non riesco a stare alla mia scrivania per due ore di fila senza essere disturbata almeno 3 o 4 volte. Anche quando cerco di organizzarmi il lavoro al meglio, intervengono 2000 fattori a rompere l’idillio “del riuscire a lavorare in tranquillità”. Non nego che probabilmente qualche responsabilità la devo avere sicuramente anche io.
Dentro le mura domestiche o tra i colleghi d’ufficio: dov’è meglio lavorare? La risposta è ovvia: dipende dalle situazioni!
Altre situazioni di smart working no stress?
Sicuramente donne single o in coppia ma senza figli riescono a lavorare da casa con enorme serenità senza dover sentire il peso di altre 200 mansioni, ma credo che questa situazione lavorativa da casa per le donne sia davvero una fregatura.
Se da un canto lavorando in smart workin possiamo organizzarci il lavoro, o almeno speriamo di riuscire a farlo ed organizzarci anche le incombenze di casa, spesso ci troviamo a fare tutto insieme e magari neanche nel modo in cui vorremmo perché finiamo per trascurare inevitabilmente qualcosa.
Lavorare no stop
Spesso lo smart working svolto in maniera autonoma rischia di diventare un lavoro no stop. Lo smart working mi ha permesso di lavorare come blogger anche di sabato e di domenica, durante le festività, così come di portarmi il PC in vacanza e continuare a lavorare sempre e ovunque, unendo così lavoro, vacanza e incombenze: tutto questo vi sembra un vantaggio? No, non lo è!
Potrebbe esserlo, ma probabilmente, gestito in questo modo, non lo è di sicuro, ne per me, ne per nessun’altra persona, donna o uomo che sia.
Ecco, queste sono sicuramente alcune delle situazioni in cui lo smart working diventa stressante: tu ne conosci altre? Ti è capitato di vivere del lavoro da casa in questo modo? Se si raccontamelo nei commenti!