Stile moda nel cinquecento abiti: Lucrezia Borgia

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Stile moda nel 500 Lucrezia Borgia

Con la fine del Medioevo la moda cambia e, con essa, lo stile adottato da molte classi sociali. Lo sfarzo era imperante. Lucrezia Borgia ad esempio, ben nota per essere stata una delle donne più eleganti dell’epoca cinquecentesca, aveva nel suo guardaroba circa una cinquantina di abiti e gonnelle, alcuni ricamati in prezioso filo d’oro. Il suo guardaroba era arricchito dalla presenza di oltre 80 paia di scarpe. Una donna che amava il lusso e l’estetismo.

La moda del cinquecento

Nel 500 si sviluppò l’economia e parallelamente anche la moda. Il lusso aumentò a dismisura e divenne lo strumento principali ostentazione e prestigio delle classi benestanti e nobili. Si assiste alla modifica delle leggi suntuarie che diventano mirate e rivolte in prevalenza alle classi medie e popolari.

Il lusso era consentito ai nobili e borghesi. Per fare un esempio: il Doge di Venezia e la sua famiglia indossavano capi di grane eleganza e sfarzosità, in via eccezionale, i nobili potevano indossare stoffe in argento e oro in occasioni importanti come una visita al Re.

L’altezza e la bellezza nel 500

Non solo gli abiti sontuosi davano prestigio ai nobili, ma anche l’aspetto maestoso acquisito attraverso lo spazio dalla struttura occupata fisicamente dalla persona. Per aumentare la struttura e la maestosità, si utilizzavano espedienti, capi non comodi e talvolta, scarpe altissime.

Le donne indossavano, a tal proposito, il vertugato che irrigidiva la struttura della gonna limitando i movimenti. Nella parte superiore invece, indossavano un busto di acciaio che scendeva a punta sul ventre (nel tempo fu proibito per la pericolosità).

Gli uomini, indossavano il robone, un manto rigido ed ampio con maniche molto larghe che conferiva un aspetto altezzoso ma che risultava poco comodo. Il poeta Ludovico Ariosto in una sua commedia, sbeffeggio i nobili ed il loro abbigliamento scomodo e ostentante.

Variazioni dell’abbigliamento nel cinquecento: i colori del mantello

Nel cinquecento, tuttavia, non si assiste solo allo sfoggiare di abiti assurdi, lussuosissimi e scomodi, ma esistevano attività e ruoli ben precisi che davano vita a consuetudini d’abbigliamento osservate da tutti. Ad esempio, il colore del mantello poteva denotare il tipo di professione svolta. A Venezia, i medici ed i ministri portavano un mantello di colore blu violaceo, mentre i “comandatori” indossavano un mantello turchino.

I mercanti indossavano dei mantelli prevalentemente corti, ed il popolo invece, usava indossare mantelli di colore greggio, umili e semplici. Gli studiosi prediligevano il rosso, i giuristi ed i teologi, il mantello nero e, spesso, anche l’abbigliamento in tale colore. Gli studenti utilizzavano colori scuri.

La moda degli intellettuali del 500 Niccolò Macchiavelli

Accanto ai ricchi della borghesia e ai nobili, vi erano gli intellettuali che, nel loro studio, indossavano abiti comodi di foggia ecclesiastica. Ad esempio, Niccolò Macchiavelli per abitudine componeva le sue opere indossando la toga in quanto l’abito della repubblica romana sembra potesse favorirgli l’ispirazione.

Il gusto e l’eleganza della moda cinquecentesca

Nel 500 il gusto per l’eleganza e l’arte di piacere si fece decisamente sontuoso. Si adottarono stoffe pregiate e materiali ricchissimi. Stoffe pesanti, ricami, pietre preziose e pizzi. adornavano e completavano i capi d’abbigliamento del 500.

In America si utilizzava moltissimo oro, argento e piume d’uccello per adornare cappelli e ventagli. Tra i materiali per i monili erano comuni il lapislazzuli, giade, madreperla e perle.

Gli abiti femminili del cinquecento

I giornali di moda e le buone maniere: il Galateo

La moda ricevette una spinta anche dalla nascita dei giornali. Nacquero così i primi giornali di moda che diffondevano le novità assolute insieme a delle bamboline regalo “bambole di Franza” vestite elegantemente, e che le signore amavano collezionare e scambiarsi. Allo stesso tempo, le buone maniere entrano a far parte dell’uso comune, anche grazie al Galateo di Monsignor della Casa e il Cortigiano di Baldassarre Castiglione. Le Regole di buone maniere ben presto si diffusero in tutta l’Europa.

Abiti femminili del cinquecento

L’abbigliamento femminile cinquecentesco era costituito da un corpetto aderente reso rigido da delle stecche, ed una sottogonna ed una gonna molto arricciata. Le scollature divennero molto audaci e generose, mentre le maniche degli abiti si potevano staccare.

Molto usati i ricami, specie in città come Venezia. La camicia acquistò notevole importanza ed era prevalentemente bianca decorata in oro, o nera. La camicia si indossava anche per dormire e sotto gli abiti. Sotto alle gonne, si indossavano calzoncini e calze di seta o maglia.

Acconciature, cappelli ed accessori

Il viso fu valorizzato dalle acconciature che lasciavano libera la fronte. I capelli venivano pettinati all’indietro e raccolti in reticelle preziose, berretti e cuffie rigide di seta o lino, da cui pendevano veli. Molto in voga il colletto rialzato dietro il capo, mente in Inghilterra era di moda il cappello Tudor formato da una cornice di tessuto prezioso fissato alla cuffia. Non durarono molto i tacchi, alti circa mezzo metro, costringevano le donne a farsi sostenere.

Cappelli ed acconciature nel cinquecento

Abiti maschili del cinquecento

Gli abiti maschili del 500 erano composti da una camicia, da un indumento denominato giustacuore molto ricco sulle maniche a sbuffo e sul fronte, talvolta ricchi di tagli che riflettevano la moda tedesca, e la moda del 400 in genere. Le scollature quadrate erano presenti anche in alcuni indumenti maschili.

Nella parte inferiore si indossavano calzoni o gonnellini lunghi fino al ginocchio al di sotto dei quali venivano portate delle calze. A completare il tutto, c’era il mantello di varie tipologie. Dalla Germania arrivò e si diffuse l’abitudine di indossare pantaloni a palloncino, mentre le zimarre, mantelli lunghi fino ai piedi, erano indossate da i ceti elevati specie a Venezia.

Abiti maschili nel cinquecento

Scarpe e gioielli

Le scarpe erano a pianta larga e punta rotonda, molto lussuose. Molto graditi i gioielli e le pesanti catene in oro. Molto usati i guanti, le borse, e gli orologi da tasca da portare in tasca o in borsa. Vi era un uso smisurato dei profumi, lo zibetto, il muschio e l’ambra, con i quali si cospargevano cappelli, abiti, calze e scarpe specie quando la pulizia scarseggiava.

Una moda in continua evoluzione, che si sviluppò in Europa dalla seconda metà del 500 fino al 600, e fu soprattutto spagnola e rifletteva il clima rigido della controriforma.

Lucrezia Borgia

Lucrezia Borgia nacque a Subiaco nel 1480 e morì a Ferrara il 24 giugno 1529 all’età di 39 anni. Figlia llegittima, insieme a 3 fratelli maschi, di Vanozza Cattanei ed il Cardinale Rodrigo Borgia. Rodrigo Borgia aveva un affetto speciale per Lucrezia e l’affidò per la sua educazione, alla cugina Adriana Mila Orsini. 11 Agosto del 1492, Rodrigo Borgia fu eletto papa con il nome di Alessandro VI. Dopo questo evento importante, Lucrezia divenne una sposa ambita da molti nobili e, nel 1493 all’età di 13 anni, venne data in sposa a Giovanni Sforza, di 27 anni, signore di Pesaro.

Il matrimonio di Lucrezia Borga e Giovanni Sforza

Si celebrò un matrimonio con fasto, danze, cortei ed abili lussuosi caratterizzarono le nozze di Lucrezia Borgia. Lucrezia indossò gioielli costosi e un abito fastoso di broccato con strascico molto lungo sostenuto da una giovane ragazzina nera (come si usava all’epoca).

Le nozze non ebbero una normale evoluzione e, dopo due mesi Sforza tornò a Pesaro dove Lucrezia lo seguì successivamente. Di li a pochi anni gli Sforza ebbero un declino ed il Papa, che richiamava spesso la presenza di Lucrezia a Roma, decise di sciogliere il matrimonio in quanto sembra non fosse stato consumato. (18 Novembre 1497). Oltre ad avere probabilmente tendenze omosessuali, lo sposo, sospettava una relazione incestuosa tra Lucrezia ed il Papa.

La storia con Pedro Calderon

Lucrezia conobbe Pedro Calderon che aveva il compito di trasmettere i messaggi tra Lucrezia e la sua famiglia. Nacque una storia d’amore e Lucrezia Borgia si ipotizza che ebbe un figlio. Forse, Giovanni Borgia riconosciuto però dal papa Alessandro II come suo. Caldeorn venne ucciso, da Cesare fratello di Lucrezia, insieme ad una serva di corte sembra per far tacere le chiacchiere. Nonostante tutto, ella fu sempre una ambita sposa da molti nobili per la sua importante posizione politica e sociale. Lucrezia fu considerata una cortigiana libertina sebbene l’unica storia dimostrata e probabile, fu quella con Calderon.

Le nozze di Lucrezia Borgia e Alfonso II d’Aragona

Tra i vari pretendenti alla mano di Lucrezia, fu scelto Alfonso II d’Aragona re di Napoli, con il quale convogliò a nozze nel luglio del 1498. I due giovani neanche ventenni si piacquero molto, ed il matrimonio, questa volta, ebbe un’avvio positivo. La giovane rimase incinta, ma presto la vita militare dello sposo, e le vicende politiche, li portarono a stare a distanza. Così per tenerla occupata, Papa Alessandro II la nominò governatrice di Spoleto.

Fu la prima donna governatrice nello stato della Chiesa. Dopo alcuni mesi lo sposo cavalcò verso Spoleto per poi ritornare a Roma insieme a Lucrezia che partorì il piccolo Rodrigo. Dopo pochi mesi, dati gli sviluppi politici europei, il fratello Cesare, non ritenne più Alfonso II un giusto alleato per la famiglia, che cadde vittima di due attentati ordinati probabilmente proprio dal fratello Cesare.

La duchessa, distrutta dalla morte del suo amato Alfonso, chiese al padre e alla chiesa di ritirarsi a Nepi dove successivamente si recò con il piccolo Rodrigo, ed una comitiva di seicento cavalli.

Il matrimonio tra Lucrezia Borgia e Alfonso d’Este

Diverso tempo dopo fu progettato, con grande difficoltà, un’ altro matrimonio, questa volta con Alfonso d’Este, erede del ducato di Toscana. Lo stesso Papa affidando lo Stato della Chiesa a Lucrezia (cosa mai più ripetuta nella storia), si recò a negoziare con la famiglia d’Este. La fama di Lucrezia non piaceva agli Este, si parlava di rapporti incestuosi con il papa e con i fratelli, e le fu suggerito, comunque, di lasciare il figlioletto Rodrigo alla cura della famiglia a Roma.

Il 30 dicembre del 1501 furono celebrate le nozze per procura e successivamente, la sposa con una stuola di cavalli e servi, dame, damigelle e cavalieri, ed il suo ricco guardaroba trasportato da 72 muli, raggiunse Ferrara.

Negli anni Lucrezia riprese a studiare, si avvicinò all’arte, ed accolse a corte poeti come Ludovico Ariosto, Ercole Strozzi e Pietro Bembo; fu molto attenta alla formazione spirituale delle figlie e delle sue damigelle, tanto che, alcune di esse si ritirarono in convento, luogo in cui anche Lucrezia amava ritirarsi a pregare. Tra le sue sofferenze c’era la mancanza del figlioletto Rodrigo che, alcuni anni dopo, morì.

Dal suo ultimo matrimonio Lucrezia Borgia ebbe diversi aborti e dei figli, l’ultimo parto le costò la vita nel 1519. Fu sepolta nel monastero del Corpus Domini. Di lei rimangono le immagini di una bella ragazza dal viso dolce e capelli biondi, e un’ immeritata fama oscura alimentata da dicerie.

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6 COMMENTS

  1. Ho sempre avuto una particolare attenzione per gli abiti antichi e questo stile del ‘500 era particolarmente affascinante ed elaborato per la mise femminile!

  2. Sono sempre rimasta colpita dalla moda di ub tempo molto più elegante di quella di oggi

  3. Ciao uno stile che indosserei ogni tanto, magari per una festa a tema. Interessante la storia che hai raccontato, ciao

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